San Marino. Una pubblica amministrazione con più appeal

La seduta consiliare che si è chiusa mercoledì e i molti punti all’ordine del giorno hanno fatto slittare alcuni approfondimenti meritevoli invece di essere portati all’attenzione dei cittadini. E’ infatti molto importante l’analisi del programma di governo della legislatura che si è aperta perché da lì dovrà prendere le mosse il rilancio del Paese. Così in Consiglio Grande e Generale i dieci segretari di Stato hanno illustrato nel dettaglio i principi architettonici che sorreggeranno la loro azione. Di alcuni interventi abbiamo già dato conto, di altri abbiamo parlato soltanto per punti. Proponiamo oggi le parti salienti del discorso pronunciato dal segretario agli Interni Elena Tonnini proprio con l’intenzione di diffondere i contenuti delle azioni che verranno portate avanti.

Un metodo nuovo basato sul confronto
“Dalla applicazione della legge elettorale – ha esordito la Tonnini – è nato un accordo di governo tra diverse forze politiche, conseguente al peso elettorale ottenuto da ciascuna forza con le elezioni, in termini di rappresentatività. Come fanno però a governare insieme forze politiche anche diverse? L’accordo di governo è nato sul confronto. La governabilità è data anche dalle regole di ingaggio: il metodo di governo, che ad esempio deve evitare l’utilizzo improprio della decretazione, laddove moltiplica e disperde le fonti normative e lede il ruolo del CGG (che deve tornare a fare le leggi), così come il Congresso deve impegnare minore energia in quelle deliberazioni che possono essere in capo all’amministrazione pubblica, per dedicarsi alla politica della consultazione preventiva e della concertazione”.
La consapevolezza di una situazione complessa
“L’ accordo di governo si sviluppa a partire dalla consapevolezza della situazione complessa in cui versa il paese. Una consapevolezza che però non può e non deve diventare un pretesto per non intervenire, e nemmeno un pretesto per interventi non calibrati nella loro applicazione e negli impatti. Non solo serve fare, occorre fare bene. (…)
Le istituzioni del paese che governano le interazioni economiche e sociali, devono garantire alcuni requisiti fondamentali: la garanzia di un ambiente che opera nella legalità e trasparenza, un sistema giudiziario efficiente, la riduzione degli oneri amministrativi, il miglioramento della qualità della legislazione, l’ascolto delle rappresentanze economiche e sociali, il ripristino della fiducia e al senso di comunità”.
“La Pubblica Amministrazione (PA) è stata via via considerata sempre di più un insieme di regole troppo rigide, un mondo ingessato e complesso.
È più facile non dover sottostare a regole e controlli piuttosto che rendere efficiente la macchina pubblica. Come segnalato anche nella relazioni della finanza pubblica, questo però comporta pure l’abbandono dei presidi di controllo della PA, presidi cioè fondamentali nella garanzia dell’utilizzo delle risorse pubbliche in termini di programmazione,economicità, efficienza. E dove non vi è un controllo, né una pianificazione delle spese, c’è di solito un peggioramento della qualità del servizio se non addirittura un problema di conformità delle spese rispetto all’interesse pubblico.
Questo dimostra come il muoversi al di fuori delle regole e controlli della PA non sia di per sé garanzia di un migliore utilizzo delle risorse pubbliche, anzi. E non possiamo più permetterci questo. Come fare? Il prezioso ruolo di presidio che la PA svolge in favore del cittadino, deve allinearsi con la semplificazione delle procedure, alla flessibilità necessaria per rispondere alle numerose sfide sociali ed economiche, per adattarsi ai cambiamenti spesso radicali, con l’assunzione di responsabilità da parte di dirigenti e responsabili nel raggiungimento di obiettivi strategici. Quando si introducono degli elementi di garanzia, come il rafforzare ad esempio dei presidi anticorruzione, o contro il traffico di influenze, ciò non deve significare un aumento di burocrazia e appesantimento di procedure, col rischio di disinnescare l’efficacia dei provvedimenti. L’efficacia e la semplificazione sono necessari affinché la macchina pubblica possa essere considerata un punto di riferimento per i servizi ai cittadini e alle imprese. Un alleato, nelle sfide che il paese deve affrontare, verso la certezza del diritto, il riposizionamento ed rilancio del paese, capace di muoversi con dinamismo necessario per adattarsi ai contesti che mutano. Ma anche per non offrire più pretesti a chi intende intende eludere regole e controlli”.

Spending Review
“Fa paura perché viene di solito associata ad un grossolano taglio / “taglio lineare”. Si fa presto a dire tagli, ma la PA non è un’ azienda, e gestire la PA non è come gestire un’ impresa, in cui basta tagliare i costi con obiettivi di bilancio, per far quadrare i conti. La Pa si deve preoccupare anche dell’esito che hanno eventuali licenziamenti o tagli ai servizi. Spesso si parla del numero dei dipendenti, associandolo alla parola esubero e tagli al personale. Ma anche qui quando parliamo della necessità di mettere mano alla spesa pubblica, non si può essere superficiali perché ci sono aspetti su cui uno Stato rispetto ad un’impresa deve ragionare all’interno delle proprie politiche. Dobbiamo quindi individuare le aree su cui si può intervenire per ridurre la spesa ma senza perdere quel ruolo della PA di tutela dello stato sociale. Questo non significa non poter aprire ragionamenti, in maniera sempre coordinata e concertata, di possibili interventi di natura privatistica nella pubblica amministrazione, per fare in modo che quello che abbiamo lavori al meglio.
Si possono trovare modalità ad esempio per garantire un migliore servizio ai cittadini anche in termini di una armonizzazione degli orari di uffici a contatto col pubblico, specialmente per quelle realtà che erogano servizi utili ai cittadini e alle imprese, sempre nel rispetto dell’orario contrattuale e su più turni di lavoro. Sarà importante impostare un sistema maggiormente meritocratico e che ragioni meno sugli avanzamenti automatici e più sul raggiungimento di risultati strategici, estendendo anche la responsabilità sui comportamenti e la professionalità dei propri dipendenti (…) ll programma di governo si concentra non sulla spending review intesa come tagli, ma su obiettivi da focalizzare, su come reindirizzare le risorse in favore dello sviluppo dell’azione pubblica che vada nella direzione di obiettivi da raggiungere.
Significa finalizzare il processo ad un obiettivo, rendendo la soddisfazione del cittadino e delle imprese tra i principali criteri di riorientamento del servizio e quindi di riorganizzazione amministrativa. I “processi” quindi devono diventare alleati del risultato, e non suoi antagonisti”.

Sburocratizzazione
“Il paese deve uscire dalla morsa dell’avvitamento burocratico, che rende ogni processo antieconomico ed inutile, per liberare i funzionari pubblici dai vincoli amministrativi che non consentono loro di svolgere le proprie funzioni, per liberare le risorse e le potenzialità che ora più che mai vanno messe a frutto. Semplificare, dare razionalità ed efficienza, valorizzare le competenze esistenti, definire strategie per favorire una sana concorrenza negli appalti pubblici ma con politiche di acquisto eque: questi obiettivi offrono risultati duraturi nel tempo. Occorre incidere sulla spesa corrente ma la sfida è farlo attraverso l’ottimizzazione e la razionalizzazione, permettendo alla pa di diventare una leva strategica per il rilancio dell’economia in questo momento di crisi, e al paese di riposizionarsi, di diventare un interlocutore credibile ed affidabile, un punto di riferimento”.

Repubblica Sm