San Marino. Una road map o il voto (L’editoriale di David Oddone)

San Marino si trova in una fase cruciale, un crocevia che richiede un’analisi attenta e un’immediata presa di posizione da parte di ogni cittadino consapevole. L’abbandono del governo da parte del movimento Rete, ha innescato un vortice di instabilità che esige una risposta collettiva. Ma in un contesto in cui i numeri hanno una portata risicata, come possiamo ambire a realizzare le riforme senza una coesione politica solida e una condivisione ampia tra i partiti?

La politica, complessa e articolata nel suo divenire, è spesso teatro di contrapposizioni e conflitti di interesse che possono ostacolare il necessario spirito riformista. E le trasformazioni che il Paese richiede non possono essere concepite e attuate attraverso gli sforzi individuali di pochi, ma necessitano l’impegno congiunto delle stesse forze sindacali e datoriali.

Io credo che la politica dovrebbe essere l’arte di raggiungere un consenso armonioso, non una lotta per il predominio. Un concetto forse banale, ma che assume un’importanza determinante in un momento in cui la stabilità e di conseguenza lo sviluppo, sono messi a dura prova.

L’assenza di una maggioranza solida e coesa rischia di paralizzare il processo decisionale. Va da sé che l’immobilismo e la rassegnazione non possono essere le risposte alla crisi.

La storia ci insegna che i grandi cambiamenti sono stati possibili esclusivamente con un dialogo aperto e una volontà di mettere da parte gli affari di bottega.

Il voto è l’elemento fondante della democrazia con il quale ogni cittadino può esprimere la propria volontà. È solo per mezzo dell’urna che possiamo concretamente influenzare il corso degli eventi e garantire che le nostre legittime aspirazioni siano rappresentate adeguatamente.

I sammarinesi non meritano e non vogliono rimanere spettatori passivi quando si parla di Unione Europea o di debito: al contrario richiedono al Consiglio un’azione risoluta.

Le responsabilità però vanno divise e condivise. L’Anis afferma che la caduta di un governo adesso sarebbe devastante. Ancora più devastante sarebbe vivacchiare, approfittare di qualche mese ulteriore per cercare unicamente di recuperare il consenso o conservare la poltrona.

La soluzione allora potrebbe essere quella di gettare già oggi le basi della prossima legislatura, con alcuni punti chiave e riforme da attuare in un lasso temporale ben definito.

Tardare ancora nel concretizzazione una road map, rappresenta semplicemente un lusso che non possiamo più permetterci.

O si portano a casa i risultati, o si va alle elezioni. Al netto del fatto che qualcuno ha evidentemente una fifa blu di andare alla conta.

 

David Oddone

(La Serenissima)