Una multa che manco sapeva di aver preso in Italia, risalente a oltre 5 anni fa e che è stato molto complicato pagare sul Titano. Una vicenda tra l’altro caratterizzata da una trafila assai travagliata, compresa una doppia notificata, dato che al primo tentativo, le autorità di San Marino, avevano sbagliato il nome del sammarinese e la via di residenza.
Un caso più unico che raro ai danni di un sammarinese e che tuttavia richiama alla mente una prassi ormai tristemente nota alle cronache biancazzurre, quella delle notifiche di multe dall’Italia, con anni di ritardo rispetto ai fatti contestati, e che costa alla più antica Repubblica del mondo un gran dispendio di risorse umane e non solo, senza alcun ritorno economico a titolo di compensazione e senza la soddisfazione di un reciproco impegno dell’Italia nel cercare di notificare e riscuotere le multe elevate dalle autorità di San Marino agli automobilisti della Penisola.
Il fatto di cui ci occupiamo, documenti alla mano (omettendo però il nome del sammarinese) ha origine il 30 marzo del 2010, a Novafeltria, esattamente 5 anni e mezzo fa e nello specifico riguarda una multa per divieto di sosta per un importo totale di circa 50 euro.
La prima frustrazione per il titolare dell’auto, dopo la notizia della multa stessa, il fatto che da un controllo, quel giorno risultava al lavoro e quindi non era una sua responsabilità diretta l’averla presa. L’ipotesi è che forse la contravvenzione era responsabilità di un familiare o peggio poteva trattarsi di un errore italiano nel riportare il numero di targa, ma alla fine quei 5 anni e mezzo di tempo per risalire a chi, quel giorno, guidò la sua auto sono risultati troppi e così il nostro sammarinese, si è rassegnato al pagamento della contravvenzione giudicando inutile una contestazione che avrebbe comportato ulteriori costi.
Prende quindi la multa contenuta in una busta della Polizia Civile con la quale gli è stata notificata e comincia a scoprire tutto l’iter che quella contravvenzione ha subito nel tempo.
Dai documenti e dai timbri presenti si scopre infatti che c’era già stata una notifica precedente, inviata dalla Polizia municipale della Comunità Montana Alta Valmarecchia dopo 5 mesi dal quando era stata elevata. La multa però, una volta giunta a San Marino si era fermata in attesa di essere notificata, ma in qualche strano modo, nonostante nella documentazione della Polizia municipale italiana fossero riportati correttamente anche i dati del proprietario del veicolo, la notifica, avvenuta nel luglio del 2011 dalla Guardia di Rocca, recava un nome e un indirizzo sbagliato rispetto a quelli reali, rendendo di fatto impossibile la consegna. La pratica tornava alla Polizia Municipale italiana che però, per nulla scoraggiata, questa volta inviava la comunicazione alla Polizia Civile di San Marino sempre riportando i nomi e dati corretti del nostro sammarinese. La multa arriva così nuovamente sul Titano il 23 settembre 2013 ma ci vogliono due anni e due giorni perché venga notificata al nostro sammarinese. E siamo giunti al 25 settembre 2015.
Nonostante l’iter travagliato la decisione resta quella di pagare la multa: nuovo inghippo. Contattato il recapito telefonico presente nella lettera di notifica della contravvenzione, succede che quel numero, a distanza di 5 anni non è più attivo. Anche il conto corrente postale è cambiato, perché nel frattempo in Italia sono state eliminate le comunità montane, Novafeltria al tempo della contravvenzione stava cambiando regione e provincia (il referendum avvenne nel 2009 ) e molti aspetti burocratico amministrativi sono stati assorbiti da Rimini.
Il nostro sammarinese contatta quindi la Polizia civile e trova aiuto e supporto in un funzionario che si mette subito in azione e recupera il nuovo numero della polizia municipale. A quel punto un po’ di fortuna e quando il nostro sammarinese chiama il nuovo numero della Municipale, trova dall’altra parte lo stesso responsabile che spedì la prima notifica nel 2010 e che stava per inoltrare quella maggiorata dato il tempo trascorso. Anche da lui trova una buona dose di disponibilità e pazienza e gli vengono forniti i dati per compilare il bollettino postale e pagare la mula.
Siamo arrivati così a ieri mattina, quando il nostro sammarinese si reca all’ufficio postale per pagare il bollettino, ma l’addetta allo sportello nel passarlo al computer scopre che non è un conto corrente accettato dal sistema sammarinese. Dopo un tentativo anche in un secondo ufficio postale di San Marino, la constatazione che non è possibile pagare quel bollettino perché mancherebbe, gli riferiscono, uno specifico accordo tra le Poste di San Marino e l’amministrazione italiana. La soluzione sarebbe quindi quella di andare a pagare il bollettino in un ufficio postale in Italia, portandosi però dietro il passaporto perché spesso la carta di identità sammarinese non è riconosciuta come un documento di identità valido.
A questo punto, il nostro sammarinese, anche per una questione ormai diventata di principio, richiama il funzionario della polizia municipale e si fa spedire via mail le coordinate bancarie e gli estremi per il bonifico. Si reca poi nella sua banca e fa il bonifico: operazione che non dura più di 5 minuti, più altrettanti per scansionare la ricevuta e spedirla via e-mail al funzionario della polizia italiana a riprova del pagamento.
Il risultato finale, ci confida il nostro sammarinese, sono due mezze giornate perse, un forte mal di testa e la frustrazione di vedere che il proprio Stato abbia dedicato alla notifica della sua multa, risorse umane e tempo di ben due corpi di Polizia, del Tribunale e delle Poste, oltre a quelle personali del nostro protagonista, per notificare e riscuotere una multa italiana che a San Marino non lascia nulla. L’unica consolazione la disponibilità, pazienza e comprensione di tutti i suoi interlocutori, sia italiani, sia sammarinesi.
In tutto questo però c’è anche una nota curiosa: la polizia municipale della comunità montana “Alta Valmarecchia” ha cambiato nome in Polizia Municipale “Unione di comuni Valmarecchia”, il numero di conto corrente postale è cambiato, ma quello del conto corrente bancario no, e anzi risulta intestato a “Banca d’Italia Agenzia di Forlì – Comune di Rimini”: una intestazione così “vecchia” e non aggiornata, che non solo non tiene conto del fatto che nel frattempo il comune di Novafeltria ha cambiato provincia e Regione, ma addirittura che Rimini da comune è diventata Provincia. Ma si sa, la Banca d’Italia ci ha regalato ben altre perle di mancati aggiornamenti, ma questa è un’altra storia.
Frac