Bisogna aprire una strada nuova mettendo da parte le categorie politiche del passato, le targhe, le tribù, i contenitori di chiacchiere. La disonestà, l’incompetenza, l’ambizione, l’avidità e l’uso spregiudicato del potere hanno impedito il graduale passaggio ad un gruppo dirigente rinnovato, competente, onesto e al servizio del Paese.
Oggi viviamo una situazione di emergenza che non può essere gestita da coloro che l’hanno provocata e, pertanto occorre mettere in campo nuove risorse umane. La crisi coinvolge l’economia, il lavoro, la finanza, la moralità, le relazioni esterne, la partecipazione popolare, le istituzioni e la stessa democrazia rappresentativa. Gli ideali e i valori sono stati calpestati nella sfrenata corsa all’arricchimento da parte dei padroni incontrastati del Paese, attorniati da molti cortigiani e da tanti balilla con la lingua di legno. Gli interessi generali sono stati trascurati ed è emersa una cricca famelica che ha preso in mano le redini del Paese e, dopo aver soggiogato il governo, ha imposto il suo esclusivo interesse. Ha dettato la scelta extra comunitaria; il Piano Regolatore Speculativo; la concessione delle licenze bancarie, delle commissionarie e delle finanziarie; ha fatto e disfatto un governo all’anno; ha importato bande di criminali di tutti i tipi; ha prolungato la vita della monofase con relative truffe; ha negato la firma degli accordi con l’Italia (10 anni fa) con danni enormi; ha deciso una lunga serie di nomine amministrative e diplomatiche di fenomeni forestieri funzionali ai suoi affari; ha reso opaco il sistema bancario. L’elenco completo sarebbe troppo lungo. Tutto ciò è avvenuto con varie sigle, vari governi, vari personaggi, centrodestra, centro, centrosinistra. Ed è diventato sistema.
Presentare nuove alleanze sugli schemi del passato o nuovi inciuci vuol dire condannare il Paese al fallimento. E’ invece il momento di mettere in competizione progresso e conservazione, etica pubblica e affari, competenza e improvvisazione, interessi generali e interessi particolari, cittadini e cricca. Penso che la strada nuova per risollevare il Paese e proiettarlo verso il futuro è quella di organizzare i progressisti da una parte e i conservatori dall’altra, dando la parola al popolo sovrano. E’ evidente che la mia scelta è a favore di una intelligenza collettiva progressista che si batta per una nuova etica pubblica, per le competenze e la trasparenza, per gli interessi generali, per lo stato sociale, per la partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica.
Emilio Della Balda