Ieri, lunedì 28 luglio, l’Unione Consumatori Sammarinesi (UCS) ha espresso forti preoccupazioni in merito alla recente riforma IGR, approvata frettolosamente in prima lettura alla vigilia della pausa estiva. Secondo l’associazione, la riforma rischia di gravare ulteriormente sulle spalle dei consumatori, già alle prese con un contesto economico difficile.
«La riforma mira ad aumentare i consumi in territorio, ma limitando in questo modo le scelte del consumatore c’è il rischio concreto che i prezzi subiscano sensibili aumenti», evidenzia UCS. Questa situazione, spiegano, rischia di penalizzare soprattutto le fasce di reddito medio-basso, mentre sarà più facile affrontare i rincari per chi ha redditi elevati.
Un punto critico segnalato riguarda i benefici fiscali: «L’accesso per intero ai benefici è riservato a chi spende almeno 6.000 euro, indipendentemente dal reddito – sottolinea UCS –. Inoltre, all’interno di questa soglia non è possibile conteggiare alcune voci, come le utenze, che rappresentano una questione non di poco conto».
In un quadro di squilibrio di potere a favore degli operatori economici, l’Unione Consumatori sottolinea l’importanza delle tutele a difesa degli acquirenti. Proprio a tal fine, nei mesi scorsi è stata nominata una professionista con comprovata esperienza e competenze giuridico-amministrative alla guida dell’Autorità di Vigilanza dei Consumatori, istituita con il decreto delegato del 20 dicembre 2024 n. 206.
Tale Autorità ha facoltà di avviare indagini e ispezioni presso gli operatori economici per accertare eventuali violazioni a tutela dei consumatori. Tuttavia, UCS denuncia che continua a ricevere numerose segnalazioni di pratiche di vendita non corrette e auspica che le recenti normative si traducano in reali benefici per i cittadini, che troppo spesso lamentano carenze in materia di tutela.
L’Unione Consumatori conclude con un invito alla classe politica sammarinese: «Più che obbligare il consumatore a spendere in territorio, una politica che si riconosca nei valori della democrazia e della libertà dovrebbe generare fiducia nel sistema, lavorando per un libero mercato competitivo e non per prezzi più alti, come evidenziato dal nostro ufficio Dati e Statistica».
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