L’ok alla legge Cirinnà in Italia è arrivato l’’11 maggio 2016 quando la Camera dei deputati ha votato la fiducia posta dal governo sul disegno di legge, prima firmataria la deputata del Pd Monica Cirinnà, che per la prima volta in Italia regolamenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina le convivenze. San Marino come spesso accade dal punto di vista normativo è più indietro dell’Italia e il tema del riconoscimento delle coppie formate da persone dello stesso sesso è ora al centro del dibattito politico e civile. Giovedì sera in una sala gremita di gente se ne è parlato nella cornice di un incontro organizzato dalla Commissione Pari Opportunità che aveva l’intento di dare la possibilità al comitato promotore di presentare la proposta di legge sulle Unioni Civili a San Marino e dibattere con tutte le forze politiche dell’arco parlamentare. Ne abbiamo parlato con Valentina Rossi.
Il tema del riconoscimento delle coppie formate da persone dello stesso sesso è già approdato sul tavolo della politica, qual è stato allora il senso dell’incontro di giovedì sera?
“L’incontro è stato organizzato nelle settimane scorse dalla Commissione Pari Opportunità per promuovere il confronto sulla nostra proposta di Legge di Iniziativa Popolare per l’introduzione delle Unioni Civili, che riguarda sia le coppie eterosessuali che omosessuali. La serata è stata pensata proprio per far dialogare noi del Comitato Promotore con le forze politiche e con la cittadinanza”.
Si sono voluti sensibilizzare i cittadini su una questione dove San Marino è evidentemente rimasta indietro o si è provato a fornire un indirizzo anche alla politica che sarà chiamata a dare una svolta ?
“Il confronto è sempre utile e importante. Si è trattato di un momento di pubblico incontro, durante il quale la Commissione ha offerto l’opportunità a noi del Comitato promotore di spiegare i punti salienti della proposta di legge, alle forze politiche presenti di intervenire e apportare il proprio contributo e alla cittadinanza di fare domande o considerazioni”.
In Italia la legge Cirinnà è stata approvata nel maggio del 2016 ed ora nel clima elettorale qualche leader di partito ha già fatto sapere che su quella legge intende tornare indietro. Lei la giudica una buona norma?
“Si sa che in campagna elettorale i toni si accentuano e gli scontri si acuiscono, e trovo preoccupante che si ritenga di raccogliere voti minacciando di smontare, se non di abolire, una legge fondamentale come la legge Cirinnà. Come tutti i provvedimenti normativi nati da una gestazione estremamente complessa quella legge ha delle lacune, e secondo vari esperti di diritto la legge Cirinnà presenta alcune criticità tecniche, ma essa rappresenta certamente un grande traguardo per l’Italia e uno sprone per noi sammarinesi”.
San Marino ne dovrà avere una più o meno simile?
“Nel lungo lavoro che ha portato alla stesura della nostra proposta, abbiamo preso in esame diverse legislazioni europee, ma abbiamo cercato di concentrarci sulle specificità sammarinesi per proporre una normativa il più possibile chiara e funzionale, calata nella nostra realtà e sui bisogni della nostra cittadinanza. Da qui, per esempio, la scelta di fare una legge anche per offrire tutela non solo alle coppie omosessuali ma anche alle moltissime coppie eterosessuali che, per vari motivi, non vogliono ricorrere al matrimonio. Recentemente abbiamo ricevuto anche il plauso di alcuni esperti italiani, che hanno apprezzato la chiarezza formale, la snellezza e la qualità del nostro testo in confronto alla legge Cirinnà, e questo ci rende ancora più orgogliosi e soddisfatti del nostro lavoro. Ci auguriamo che nella discussione legislativa queste qualità saranno mantenute”.
Pensa che il percorso che attende la legge possa essere in discesa?
“Quando ci si occupa di tematiche tanto importanti, bisogna porsi con la massima serietà e con grande spirito di collaborazione. Abbiamo messo l’anima nella stesura della nostra proposta e la riteniamo pienamente attuabile, in quanto riconosce e soddisfa esigenze reali e concrete. Ma l’organo legislativo è il Consiglio Grande e Generale, con le sue diverse rappresentanze e posizioni: noi siamo pronti in ogni momento a illustrare il grande equilibrio che ci ha portato a questa proposta e auspichiamo che i nostri argomenti possano trovare accoglienza da parte della maggioranza”.
La commissione pari opportunità si è data da fare per favorire tale percorso?
“La nostra proposta di legge di iniziativa popolare è stata depositata ufficialmente lo scorso 18 dicembre e, poco dopo, la Commissione pari opportunità si è espressa pubblicamente con un comunicato stampa a favore del nostro progetto. Questo non può che farci piacere e motivarci ulteriormente a proseguire nel lavoro”.
Olga Mattioli (Repubblica Sm)