L’elezione del Senato accademico dell’Università degli Studi di San Marino e soprattutto l’immediata riunione con la conseguente indicazione del nuovo Rettore (Corrado Petrocelli) è una partita ancora del tutto aperta in seno alla maggioranza di Bene Comune.
Ad una settimana dall’esito referendario e in vista del dibattito in Consiglio Grande e Generale della prossima settimana, ciò che era stato un po’ accantonato sta tornando quindi di attualità, anche perché le problematiche che porta con sé sono tutt’altro che risolte.
Come emerso subito all’indomani dell’esito delle elezioni interne all’ateneo biancazzurro, in maggioranza e soprattutto nella Democrazia cristiana, quella sorta di “fretta” che avrebbe avuto il neo eletto Senato ac- cademico nell’indicare subito il probabile futuro Rettore, ha suscitato più di un dubbio.
Oltre alle prese di posizione pubbliche del segretario Pdcs, Marco Gatti, all’interno del partito di maggioranza relativa, ma anche della lista che vede assieme alla Dc, Noi sammarinesi, sono cominciate a circolare riflessioni che giudicherebbero per lo meno “impropria” le modalità della prima riunione del Senato.
Quel che trapela, infatti, è una considerazione molto semplice: se il Senato accademico è stato eletto subito dopo la scelta dei Direttori di dipartimento – tra l’altro con casi dove ci sono stati anche dei cambi nella composizione dell’elenco dei senatori, dopo delle verifiche – perché nella immediata riunione, oltre all’insediamento, si è subito proceduto con la scelta del Rettore da presentare poi al Consiglio?
Una velocità per una scelta così importante che in diversi esponenti ha suscitato e suscita ancora perplessità.
Inoltre, visto che la nomina del Rettore spetta poi comunque alla politica, perché il Senato ha scelto di indicare solo un nome e non una rosa rischiando quindi di mettere in contrapposizione due istituzioni? (…) San Marino Oggi