Altri lo sostengono; io con loro.
I punti di vista non sempre collimano, ma in politica, quella con la P maiuscola, ci sta.
Ciò che conta è il coraggio riformista per non rimanere schiacciati fra la storia e l’attualità.
Proporre è abbastanza facile, indicare soluzioni più difficile, in un paese da tempo restio ad accogliere riforme tanto profonde quanto necessarie, come pure innovazioni nelle anacronistiche regole e istituzioni.
Come e perché San Marino va rifondato?
Il perché lo condenso in un concetto che ebbi modo di esprimere in un documento da me reso pubblico molti anni orsono.
“La classe politica, coniugando insieme l’ambiguità del paese con la discrezionalità; l’assistenza con il clientelismo; il potere con il denaro, ha reso i cittadini partecipi di un sistema intimamente corrotto ma funzionale, sciaguratamente funzionale ad un tipo di sviluppo che è necessario mettere in discussione”. Questo scrivevo nel lontano 1994.
Già da allora, e prima di allora, l’assalto alla “diligenza” era in atto e la droga della corruzione e del malaffare iniettata a forti dosi nelle vene della società sammarinese.
Poi qualcuno ci richiamò all’ordine. La “droga” subì un drastico taglio e il paese piombò in crisi di astinenza. Solo di crisi di astinenza è corretto parlare e non di altro.
Giungo al come rifondare San Marino, ponendo alcune domande e citando un pensiero di autore a me ignoto.
“Perché le norme e le istituzioni che regolano da lungo tempo la vita del paese non hanno bloccato sul nascere il marciume che, via via, lo ha sepolto?”
Sono, quindi, norme e istituzioni tuttora vigenti adeguate per gestire San Marino nell’appena iniziato terzo millennio?
Sono idonee ad impedire il ripetersi dello sciagurato assalto alla diligenza?
A parer mio, no!
L’anonimo autore così si esprime: “La vita di una persona, come quella di un popolo, può essere capita solo guardandosi indietro, ma deve essere vissuta guardando in avanti”.
Che fare dunque?
Innanzitutto serve moralizzare il sistema paese. Già ci stanno dando una buona mano istituzioni internazionali e i Tribunali.
Ai cittadini elettori il compito di far fuori con il voto tutti i politici-politicanti che hanno fatto parte della grande e diffusa banda di malfattori che per oltre un trentennio hanno coltivato corruzione e malaffare.
Dar vita, senza indugio, ad una Costituente che elabori il testo di una Costituzione moderna e riformista da sottoporre a referendum. Che contempli una riforma dell’istituto reggenziale, preposto alla salvaguardia della legge fondamentale dello Stato; del Consiglio Grande e Generale (trenta membri, anche troppi); del Congresso di Stato, con a capo un Presidente, primo Segretario o altro poco importa, responsabile dell’azione di governo e degli uomini che lo compongono.
Sostanziale modifica della legge elettorale che preveda l’istituzione dei collegi uninominali o plurinominali (castelli). La preferenza unica ne contiene già i semi.
E adesso parliamo di soldi, avendo precisa consapevolezza che l’economia è da sempre strettamente correlata alle regole, all’organizzazione di uno stato e alla certezza del diritto. Tutte codificate nella Costituzione.
Ci sarebbe da ridere, se non fosse da piangere.
Vi ricordate gli osanna che da tutte le parti (partiti, corporazioni, banchieri, uomini della finanza..) venivano innalzati alla piazza finanziaria, da me sempre definita pazzia finanziaria?
Ve li immaginate gli eredi di un Santo scalpellino con grossi calli alle mani, maneggiar con oculatezza, competenza e onestà strumenti finanziari che ben pochi nel mondo sanno di che pasta son fatti?
E diversamente non poteva essere, di conseguenza:
San Marino “…. Per decenni è stato il terminale di capitali mafiosi ed illeciti (La Stampa del 10/10/2016)”.
Oggi le banche soffrono, è ovvio. Hanno malamente goduto ed altrettanto malamente operato su capitali sopra meglio descritti. Quindi ne paghino le conseguenze.
Hanno prestato soldi a cani e porci con garanzie a quanto pare fasulle (crediti sofferenti per il 47% del totale, pari a circa un miliardo dei due, come afferma il FMI). Soldi prestati a go go.
Ma io ricordo che una famiglia operaia per sbarcare il lunario, costretta a rivolgersi ad una banca per ottenere un modestissimo prestito, doveva avere un garante; altrimenti nisba.
Che un’accurata indagine debba essere messa in atto al fine di verificare la solvibilità di ogni singolo debitore è certo e cosa più che normale. Come è altrettanto certo che i guai combinati da lor signori non debbono ricadere sulle spalle dei cittadini.
A tutela dei risparmiatori ci dovranno pensare gli azionisti, gli amministratori, i dirigenti e, perché no, i politici-politicanti che per oltre trent’anni hanno consentito con leggi, segreto bancario, anonimato, opacità e comportamenti furbastri che la pazzia finanziaria divenisse un manicomio.
San Marino lì, 12/10/2016
Marino Pasquale De Biagi