Spintoni ai consiglieri, squilli di trombetta e urla fuori da Palazzo Pubblico, lanci di uova e anche sputi, per la protesta indetta ieri dall’organizzazione sammarinese degli imprenditori (Osla), dall’Unione sammarinese commercio e turismo (Usc) e dall’Unione sammarinese operatori del turismo (Usot), contro l’obbligatorietà, dal primo gennaio prossimo, della Smac card, richiesta a tutte le attività del Titano.
E contro un governo che le associazioni di categoria hanno definito “sordo” e “autoreferenziale”. Circa 200 le persone che si sono date appuntamento in piazza della Libertà alle 12 per dare vita alla protesta, che ha visto una dozzina di agenti della Gendarmeria formare un cordone di fronte all’entrata della sede del parlamento sammarinese, nel quale alle 13 era previsto l’inizio dei lavori del consiglio Grande e Generale. Massima tensione quando gli esponenti di spicco della maggioranza sono apparsi sul Pianello, con il capogruppo democristiano, Luigi Mazza, protetto dai gendarmi mentre entra a Palazzo, dove si erano presentati anche agenti in tenuta antisommossa.
Il picco si è forse raggiunto quando è arrivato il capogruppo del Psd Stefano Macina, spintonato da diversi manifestanti che non lo facevano avvicinare a Palazzo. A quel punto è stato uno dei manifestanti a mettersi in mezzo per cercare di frenare la folla, finendo però a terra. Macina è stato poi circondato da un cordone di militari che l’hanno scortato fino all’interno del Palazzo Pubblico.
C’è stato anche un momento in cui le pressioni dei manifestanti hanno fatto cadere un militare contro il portone di Palazzo Pubblico e a quel punto sono usciti gli uomini in tenuta anti sommossa che hanno caricato e spintonato i manifestanti facendoli arretrare. (…) San Marino Oggi