San Marino. “Urgente una nuova sede per Rtv”. L’intervista di Franco Cavalli (SmOggi) a Carlo Romeo (Dg Rtv)

Rinnovo dell’accordo con l’Italia perché “non è più possibile quella sorta di accattonaggio molesto cui era costretta Rtv ogni fine anno” .

Dall’urgenza per una nuova sede al nuovo palisisto che sarà presentato a settembre. Non dimenticando il rinnovo della convenzione con l’Italia e chiarendo anche alcuni aspetti scaturiti da recenti polemiche. Il direttore generale della San Marino Rtv anticipa a San Marino Oggi alcune novità e rimarca la necessità di un trasferitmento della Televisione di Stato.

Lunedì scorso si è riunito il Cda della San Marino Rtv e abbiamo letto che il problema della sede comincia a essere urgente. Quali sono le soluzioni allo studio per il trasferimento?

“Il problema è urgente per tante ragioni, prima fra tutte la doverosa tutela della sicurezza per chi lavora. Inoltre il congresso di Stato ha più volte ripetuto che il Kursaal deve essere tutto dedicato alla sua missione primaria quindi Rtv e la Gendarmeria devono andare altrove. Sia io che la nostra Rsa abbiamo continui contatti con i segretari di Stato competenti che per fortuna sono operativi e hanno il quadro della situazione chiarissimo. Si tratta di decidere per il meglio del Paese che necessita di una sede consona per Rtv, adeguata a un asset strategico quale è quello radiotelevisivo, come lo ha definito il presidente Napolitano nella sua visita di Stato sul Titano. Di soluzioni ce ne sono diverse, ma non sta a noi decidere. Abbiamo dato i parametri tecnici necessari, ma ovviamente è piena responsabilità di Governo e Consiglio Grande e Generale decidere in merito. L’ultimo Cda ha peraltro dato mandato al presi- dente luca Marcucci di scrivere ai segretari di Stato competenti per sollecitare una decisione”.

In che tempi è ipotizzabile l’approdo in una nuova sede?

“Tutto è collegato alla decisione presa. Se si parla di una costruzione ex novo possiamo richiedere che venga consegnato entro quattordici mesi dall’inizio lavori. Se si tratta di strutture già esistenti, i tempi sono ovviamente minori. Non è facile però adattare l’esistente a un centro radiotelevisivo che ha troppe specificità. Si rischierebbe lo stesso errore di quando Rtv è stata insediata al Kursaal”.

Sul versante italiano, come procede il rinnovo della convenzione?

“Procede a fatica, però, rispetto ai giorni terribili dello scorso anno, la strada sembra più piana. È molto importante l’attenzione e l’impegno dell’Ambasciatore italiano a San Marino Barbara Bregato, protagonista preziosa per trovare una soluzione definitiva. Non è più possibile quella sorta di accattonaggio molesto cui era costretta Rtv ogni fine anno per far rispettare all’Italia i suoi impegni.

Credo sia giusto ricordare che un altro ruolo fondamentale, rigoroso e coraggioso, lo ha avuto lo scorso anno Matteo Fiorini, con il quale abbiamo combattuto centimetro per centimetro una battaglia difficile. Ora è il momento della ratifica dell’accordo e poi si potrà andare a ritrattare. I segretari Mularoni e Belluzzi conoscono bene il quadro e so che sono una garanzia per salvaguardare il diritto di San Marino ad avere una sua Radiotelevisione di Stato”.

Parliamo di giornalismo, per vari motivi anche non specifici del settore, l’approvazione della nuova legge ha subito un rallentamento. Oltre alla legge, di cosa ci sarebbe bisogno a San Marino per la crescita di tutto il settore giornalistico?

“Partiamo dalla legge direi. Poi serve una editoria che creda nel proprio essere tale, senza prestarsi, consciamente o inconsciamente, alle guerre per bande che ogni tanto mi ricordano i tempi di quando ero a Beirut. Solo che lì si sparavano proiettili e non dossier. Infine i giornalisti. Premesso che da sempre mi sono battuto in prima linea contro l’Ordine italiano e che sono uno fra quelli della mia generazione che il precariato lo ha conosciuto e subito anche grazie all’Ordine di allora, penso che occorra una legge che faccia chiarezza e dia garanzie sia ai giornalisti sia al lettore o spettatore che sia. Sulla legge che il segretario Belluzzi ha avuto il coraggio di portare in Consiglio, a differenza di tanti suoi predecessori che hanno preferito guardare da un’altra parte, si può dire molto e anche io ho detto come la pensavo, ogni volta che mi è stato chiesto. Credo sia un errore appiattirsi sulla legge italiana, che occorra semplificare e che gli organi di garanzia non possano non essere nominati dalla politica, se siamo in democrazia e non in uno stato corporativista come quello fascista. Che poi la politica debba fare nomine adeguate e all’altezza è un altro discorso. la tentazione antica e italiana di nominare amici, parenti, conoscenti o titolari, o presunti tali, di pugni di voti è ovviamente altro e non politica”.

Recentemente è stata presentata la prima agenzia di stampa sammarinese. Come vede questa iniziativa, che tra l’altro è stata accompagnata anche da alcune polemiche?

“Buona, come sempre. Credo che le polemiche facciano parte del vivere quotidiano di San Marino. Se è bianco, meglio nero. Se nero, meglio bianco. A volte questo atteggiamento rischia di diventare anche un alibi per non fare e non far fare le cose. Più informazione corretta, non obiettiva perché l’informazione obiettiva è scientificamente impossibile, è solo un arricchimento sociale. Purché trasparente”.  (…)

Franco Cavalli, San Marino Oggi