L’Intelligenza Artificiale, IA, sta rapidamente trasformando il panorama lavorativo globale, offrendo opportunità significative ma anche presentando sfide che non possono essere ignorate.
Secondo alcuni report, l’IA potrebbe automatizzare l’equivalente di 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno nel prossimo futuro. Questo dato impone una riflessione approfondita sulle politiche occupazionali e sulle strategie di crescita economica.
Se da un lato l’innovazione tecnologica rappresenta una leva fondamentale per aumentare la produttività e migliorare i processi aziendali, dall’altro è necessario garantire che la transizione digitale non penalizzi i lavoratori. È quindi essenziale che le aziende adottino una visione strategica e lungimirante, investendo non solo nelle tecnologie emergenti, ma anche e soprattutto nello sviluppo delle competenze del capitale umano.
Le competenze sono fondamentali e stanno emergendo come la vera valuta del futuro nel mercato del lavoro. Sempre più spesso, le aziende più lungimiranti riconoscono che il valore di un dipendente non risiede solo nel titolo di studio o nell’esperienza passata, ma nelle abilità e capacità attuali, continuamente aggiornate. Le aziende che sapranno accompagnare i propri dipendenti in questo percorso di crescita saranno le più competitive in un mercato via via più esigente e globalizzato.
In questo contesto, è fondamentale gestire l’IA per tutelare i lavoratori. È necessario comprendere come l’Intelligenza Artificiale possa diventare uno strumento per migliorare le condizioni lavorative, anziché creare nuove forme di precarietà o discriminazione. L’adozione dell’IA deve avvenire in modo etico e responsabile, con un adeguato coinvolgimento delle parti sociali e dei lavoratori stessi.
L’SG USL, Francesca Busignani, sottolinea la necessità di regolamentare l’IA e di garantire una maggiore trasparenza nel suo utilizzo: “L’Intelligenza Artificiale è già presente all’interno del lavoro, ma troppo spesso le organizzazioni sindacali non sono messe in condizioni di conoscerne l’impatto effettivo. Bisogna intervenire subito per porre rimedio ai rischi e alle conseguenze che ne stanno scaturendo, promuovendo un utilizzo consapevole e condiviso della tecnologia.
Oltre alla regolamentazione, diventa quindi prioritario sviluppare politiche attive di formazione e riqualificazione professionale per far sì che l’IA non venga vista come una minaccia, ma come un’opportunità per ripensare i modelli di lavoro, migliorare la qualità della vita professionale e favorire una crescita equa e sostenibile”.
USL ribadisce con forza che il progresso tecnologico deve andare di pari passo con il progresso sociale. Investire nell’Intelligenza Artificiale senza investire parallelamente nelle competenze umane significherebbe creare squilibri difficili da sanare. Per questo, USL continuerà a lavorare affinché il futuro del lavoro sia costruito su pilastri solidi: innovazione, formazione e tutela dei diritti dei lavoratori.
San Marino, 12 febbraio 2025
Unione Sammarinese Lavoratori, USL