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  • San Marino. USL: Bisogna tornare a considerare la maternità un valore sociale

    Come era prevedibile in Consiglio Grande e Generale si è dibattuto a lungo di inverno demografico.  L’evidenza ormai schiacciante del calo delle nascite è un segnale da cogliere, un campanello d’allarme che  deve spingerci ad adottare contromisure immediate.  

    È proprio vero che un mondo che non fa figli è un mondo condannato a rimanere senza inventiva, senza più  capacità di innovare. È un mondo che non ha proiezione verso il futuro e non sa più neanche  conservare il passato, perché smarrisce il senso della catena generazionale.  

    La denatalità rappresenta una sfida cruciale per la Repubblica di San Marino. Con sole 1.827 donne tra i 20  e i 30 anni, 840 tra i 31 e i 35, e 916 tra i 36 e i 40, è evidente la necessità di politiche efficaci per sostenere  la maternità e invertire questa tendenza.  

    È imperativo che il Governo adotti misure concrete e sostanziali. Parallelamente, il principio di sussidiarietà  deve essere rafforzato, promuovendo una collaborazione sinergica tra Istituzioni e Aziende. Questo richiede  un cambiamento di mentalità: invece di focalizzarsi su “chi paga”, dobbiamo riconoscere che, senza  un’inversione di rotta, il costo sociale ed economico sarà insostenibile per tutti.  

    A livello globale, numerose grandi aziende stanno incentivando la genitorialità con premi significativi per i  dipendenti che diventano genitori. Anche a San Marino, come evidenziato nel recente rapporto di ANIS, la  difficoltà nel reperire personale è in aumento. La denatalità si accompagna alla fuga di cervelli verso l’estero,  erodendo una porzione significativa della nostra gioventù. Questa perdita netta di capitale umano è una  situazione che non possiamo più permetterci.  

    Oltre a salari equi, i lavoratori di oggi aspirano a un equilibrio tra vita professionale e familiare. Al centro di  ogni intervento deve esserci un’azione culturale. Recentemente, in Italia è stato approvato il cosiddetto  “Piano Olivetti per la cultura”. Spesso dimentichiamo che Adriano Olivetti, che ha vissuto a San Marino per  circa un anno, aveva già compreso che i figli devono essere un criterio guida nelle politiche di ogni settore.  

    Come già sottolineato in precedenza, ci sono Paesi che già oggi danno alle madri che lo desiderano,  l’opportunità di rimanere accanto ai loro figli per i primi due anni, percependo uno stipendio pieno. Qui a San  Marino dovremmo fare la stessa cosa e invece, mentre dichiarazioni roboanti annunciano provvedimenti in  favore delle donne in gravidanza, continuiamo a incontrare donne incinte costrette a rimanere a casa senza  un aiuto economico, peraltro spesso senza diritto ad alcun sussidio perché i mesi di lavoro svolto non sono  sufficienti a garantire alcuna indennità, indennizzo che dovrebbe essere erogato a prescindere da che si  lavori o meno.  

    È tempo di riconoscere la maternità come un valore sociale fondamentale e di agire di conseguenza, per  garantire un futuro prospero e sostenibile alla nostra comunità.  

    San Marino, 17 Febbraio 2025

    Unione Sammarinese Lavoratori – USL