Di Lavoro Povero si sta purtroppo da qualche tempo parlando anche a San Marino, dove alcuni settori hanno risentito più di altri della perdita di potere d’acquisto dei salari.
Le conseguenze sono preoccupanti: se guardiamo il nostro territorio, assistiamo non soltanto al drastico calo delle nascite ma anche alla migrazione di alcune famiglie che non riuscendo più a sostenere il peso di un affitto a San Marino, decidono di trasferirsi nelle zone limitrofe.
A contrasto dell’erosione dei salari c’è la Contrattazione Collettiva che ha portato alle lavoratrici e ai lavoratori una boccata d’ossigeno in termini di aumenti e corresponsione degli arretrati. Ciò non è però bastato a recuperare tutto il gap dato dall’aumento dell’inflazione e dai rincari generalizzati che talvolta ne hanno ampiamente superato le percentuali.
Il dibattito è aperto anche in Europa tanto che c’è una Direttiva Europea, la 2022/2041 relativa a salari minimi adeguati nella Ue. Tale Direttiva pur in vigore, è disattesa da molti Paesi membri, alcuni dei quali hanno presentato anche formale ricorso che, se accolto sfocerebbe nell’eliminazione stessa della normativa.
Sarebbe invece auspicabile che ciò non avvenisse perché la Direttiva pone l’attenzione su un aspetto molto importante, spronando gli Stati a mettere in campo azioni contro il Lavoro Povero accanto ovviamente al ruolo di primo piano che deve continuare ad avere la Contrattazione Collettiva.
Dati e numeri alla mano, nella vicina Italia dal 2010 al 2022 i salari sono cresciuti del 13% contro il 37% della Germania e della Svezia, il 35% dell’Austria e percentuali simili per altri Paesi europei.
A conti fatti e, tolta l’inflazione, vale a dire che i salari sono diminuiti, anziché crescere.
Ci sono poi settori in Italia, come ad esempio quello del Commercio, particolarmente poveri e questo non perché negli anni la produttività non sia cresciuta a ritmi sostenuti, ma per dinamiche ostative differenti.
“Anche a San Marino quello del Commercio è un settore che ha risentito particolarmente dell’aumento dell’inflazione e dei rincari generalizzati. Qui per fortuna – ha dichiarato il Segretario della Federazione Servizi e Commercio, Marco Santolini – la Contrattazione Collettiva con valenza Erga Omnes non ha mancato di dare i suoi frutti anche in materia di aumenti salariali, ma rispetto ad altri Contratti quello del Commercio è oggettivamente più povero, per non parlare poi della retribuzione oraria prevista nel settore Commercio Turistico, il che non è accettabile perché si creano odiose diseguaglianze del potere d’acquisto tra lavoratori di settori diversi”.
Rimane poi aperto tutto il capitolo della parte che dovrebbe fare lo Stato, visto che dove non arriva la Contrattazione Collettiva, anche a fronte di difficoltà oggettive delle Aziende dovute ai rincari di bollette e materie prime, che colpiscono indistintamente tutti, lavoratori compresi, deve per forza intervenire la parte Pubblica.
USL – Unione Sammarinese Lavoratori