San Marino. USL presenta ufficialmente l’Osservatorio sulla Violenza e le Molestie nei luoghi di lavoro

Può capitare. Anzi, capita piuttosto spesso che avvengano molestie, violenze, discriminazioni, mobbing sui luoghi di lavori. Possono essere atti conclamati o subdoli, reiterati o saltuari; provocati da ragioni fisiche, psicologiche, economiche, razziali, religiose e di genere. Anni di battaglie infatti, non sono ancora arrivati alla piena accettazione di chi abbia orientamenti sessuali “diversi” dalla eterosessualità, o qualche difetto fisico o qualche altra diversità. 

All’USL è arrivata una cinquantina di segnalazioni relative a molestie e violenze sui luoghi di lavoro, durante l’anno appena trascorso, qualcuna già in questi primi mesi del 2025. Non tutte delle stessa gravità, ma comunque sempre degne di nota e, soprattutto, bisognose della presa in carico da parte di un’organizzazione sindacale. Da questa situazione e dall’idea di due ragazzi, entrati in USL da alcuni mesi, è nato il progetto per la creazione di un Osservatorio che si prenda cura di queste tematiche. 

Abbiamo sentito la necessità di dare voce al fenomeno e di rispondere sia agli impegni assunti con la Convenzione 190 dell’OIL, sia con il Piano Pluriennale siglato con il governo” spiega Francesca Busignani, segretario generale USL in apertura di una conferenza stampa a cui hanno partecipato tutti i soggetti istituzionali e non, che si occupano della materia: il governo, rappresentato dal SDS Alessandro Bevitori; alcuni Consiglieri,  le forze dell’ordine, i sindacati, l’Authority pari opportunità e le numerose associazioni operanti sul territorio. 

Perché un Osservatorio dentro il sindacato? “Perché è un luogo aperto – chiarisce Busignani – un luogo sempre disposto all’ascolto, un luogo conosciuto dove il lavoratore si reca abitualmente e dove sa che può raccontare le sue cose in maniera riservata. A volte senza neanche accorgersi della tossicità di certe situazioni”. 

I due giovani da cui è partita l’idea sono incappati più volte in circostanze di fronte alla quali i lavoratori non sanno come reagire perché vedono una soluzione solo nella sopportazione del maltrattamento, nelle possibili dimissioni, o nella denuncia. Tutte eventualità che comunque arrecano danno e conseguenze negative per l’interessato. Ma l’alternativa si può trovare con l’aiuto di persone qualificate. 

Così, Mattia Bastianelli e Samantha Santagata, guidati da Marco Santolini segretario della federazione servizi e commercio, hanno cominciato un lungo percorso di formazione e di ricerca, poi approdato nella creazione dell’Osservatorio sulla Violenza e le Molestie nei luoghi di lavoro. Una struttura nuova per San Marino, ma già presente presso i cugini della UIL e su dimensione europea. Primo obiettivo è ascoltare le vittime e supportarle nelle loro necessità anche con la rete già esistente a cui partecipano i diversi soggetti istituzionali, senza prevaricare altri ambiti di competenza ma focalizzandosi su quello che accade sui luoghi di lavoro. Oltre a tutte le clausole sulla riservatezza, è stata giudicata molto importante l’interazione con le associazioni datoriali, anche perché non sempre il maltrattante è un superiore nella scala gerarchica, o lo stesso datore di lavoro, ma potrebbe essere un soggetto terzo, qual è un fornitore. 

La struttura appena creata è dinamica, quantunque molto complessa, predisposta appositamente per la raccolta dei dati tramite azioni di ascolto, di indagine e di ricerca; per avviare un percorso di analisi con l’indicazione dei fattori di rischio e delle aree di criticità; per promuovere campagne di sensibilizzazione con la redazione di report sul fenomeno e favorire la presa di coscienza del fenomeno. 

In tutto questo, ben si può comprendere come la formazione continua e la rete di condivisione con tutti gli altri soggetti, siano elementi assolutamente fondamentali. “Le cose si fanno bene quando si condividono” chiosa Francesca Busignani. Un concetto sottolineato anche dal SDS Bevitori, quando afferma l’importanza di creare un cluster sulla violenza e le sue mille sfaccettature. “Inutile fare le leggi – incalza ancora Bevitori – se non siamo in grado di innescare un cambio di mentalità nel nostro contesto sociale”. 

Francesca Busignani chiude sottolineando quanto ancora ci sia da fare in tema di differenze di genere: “La cosa giusta non è l’uguaglianza. La cosa giusta è come si tratta la diversità”.