San Marino, USL sulla riforma IGR: “Giù le mani da stipendi e pensioni”

Oggi l’Unione Sammarinese dei Lavoratori (USL) torna a far sentire la propria voce contro la proposta di riforma dell’Imposta Generale sui Redditi (IGR), giudicata iniqua e penalizzante per dipendenti e pensionati. In una nota diffusa questa mattina, il sindacato ha ribadito: «Quello dell’equità è per noi un principio irrinunciabile». Per questo, negli ultimi mesi, USL ha dedicato «tantissime energie per contestare una riforma dalla quale risulta palese che si andranno a colpire, ancora una volta, lavoratori dipendenti e pensionati».

Secondo l’organizzazione sindacale, il provvedimento rischia di aggravare la situazione di chi «oggi è alle prese con stipendi non più al passo con i rincari degli ultimi anni», con un potere d’acquisto fortemente eroso dall’inflazione.

USL punta il dito contro un sistema fiscale definito «miope», che «continua a mettere nel mirino le stesse persone che sin qui hanno sempre pagato, senza nemmeno cimentarsi nel contrastare il fenomeno dell’elusione».

“Ridurre il carico sui redditi da lavoro”

Il sindacato richiama anche uno scenario globale: «Un po’ in tutto il mondo sta emergendo una disparità ormai non più sostenibile tra pochi ricchissimi e la stragrande maggioranza delle persone che, pur lavorando, non riesce nemmeno ad arrivare alla fine del mese». Una situazione che, secondo USL, sta avendo «gravi conseguenze anche sul piano economico», con un drastico calo dei consumi.

«Gli analisti economici più lungimiranti – prosegue la nota – propongono di alleviare il carico fiscale sui redditi da lavoro e distribuirlo anche sui redditi da capitale che, in termini numerici, valgono molto di più».

“Il Governo sia coerente col programma”

«Se servono più risorse – afferma USL – si vadano a cercare dove ci sono, tenendo conto che negli ultimi anni i bilanci hanno registrato utili in forte aumento». Da qui l’appello: «Giù le mani da stipendi e pensioni: i primi devono essere aumentati con il rinnovo dei contratti, le seconde adeguatamente rivalutate».

Il sindacato conclude richiamando l’Esecutivo al rispetto degli impegni: «Solo in questo modo il Governo sarà conseguente a quanto scritto a chiare lettere nel programma e la riforma potrà dirsi all’insegna del principio di equità».