San Marino. USL sulla violenza di genere nei luoghi di lavoro: prevenzione, contrasto, accesso ai rimedi, informazione. Sono i quattro pilastri che devono sostenere ogni programma

“Violenza di genere: un problema economico, non solo sociale”. Ha scelto questo titolo, USL, per la conferenza stampa che dà il via al programma dell’Authority per le pari opportunità in occasione della prossima Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nella nuova sede USL a Domagnano, accanto alla Segretaria generale Francesca Busignani c’erano Gianni Rosas, Direttore di OIL in Italia e San Marino, che è intervenuto da remoto; Rossella Benedetti, presidente Comitato Donne ETUC, organo istituito nel 1975 per rappresentare e promuovere gli interessi delle donne lavoratrici a livello europeo. Ospiti istituzionali: il Segretario agli Interni Andrea Belluzzi e Steven Ciacci, Segretario particolare della Segreteria al Lavoro. 

E poi ancora, due funzionari USL: Marco Santolini e Mattia Bastianelli dell’Osservatorio VeM. L’acronimo sta per: Violenza e Molestie. È il nome del nuovo strumento creato da USL la scorsa primavera, per contrastare la violenza e le molestie sul luogo di lavoro. Si occupa di raccogliere dati, promuovere campagne di sensibilizzazione (come quella dal titolo: “Ogni donna ha il diritto di rifiorire”) e offrire un punto d’ascolto per i lavoratori che necessitano di supporto e consulenza. L’iniziativa mira a creare strumenti concreti, come l’inclusione del rischio molestie nel Documento di Valutazione aziendale dei Rischi (DVR), per garantire un ambiente di lavoro più sicuro e rispettoso. 

Sono state queste le problematiche trattate lungo una conferenza che ha offerto anche una panoramica internazionale su un fenomeno ben presente sui radar europei e purtroppo anche altrove. “C’è poca fiducia nel denunciare – ha detto Rosas – perché spesso si pensa di non riuscire ad ottenere un qualche risultato”. Purtroppo, un ambiente ostile e tossico, che si basa sui rapporti di forza, impatta non solo sulle persone, ma su tutto il contesto lavorativo in quanto impedisce alle donne (in percentuali minori anche a uomini e LGBT) di accedere al lavoro, mantenerlo e avanzare nella carriera. 

La violenza ha mille sfaccettature, non sempre visibili, ma è assolutamente visibile il suo impatto economico: “Ci sono costi pari a 336 miliardi di euro generati dalla violenza. Almeno una donna su tre ha sperimentato la violenza sessuale” ha spiegato Rossella Benedetti. Infatti, molte donne non resistono alla violenza, sia essa sessuale o psicologica, per cui decidono di stare a casa, di non lavorare, e quindi perdono anche l’accesso agli ammortizzatori sociali. “Se si eliminano questi aspetti – ha continuato Benedetti – e il posto di lavoro diventa più attrattivo, possiamo recuperare tanti talenti, soprattutto in ambito STEM”. In effetti, nonostante i positivi cambiamenti della nostra società, ci sono ancora molti pregiudizi per le donne che si sono specializzate nelle scienze matematiche e tecnologiche (STEM). 

Nella vicina Italia, dati e numeri alla mano, la violenza sulle donne riguarda ogni classe sociale: fra le vittime di maltrattamenti e violenza: il 61,3 per cento ha un’istruzione medio-alta (43,9 per cento delle donne con un diploma di scuola secondaria di II grado, il 17,4 per cento con un diploma di laurea o un dottorato) e più del 50 per cento lavora (il 38,9 per cento ha un’occupazione stabile, mentre il 14,3 per cento lavora saltuariamente), il 6,4 per cento è studentessa e il 7,5 per cento casalinga. Se il 50% delle donne che subiscono violenza ha un lavoro, ciò significa che sui luoghi di lavoro si può e si deve fare ancora tanto.

A San Marino si è fatto molto, ma non tutto, ha ricordato Francesca Busignani evidenziando il fatto che, dal punto di vista normativo, lo stesso lavoro è normato dallo stesso contratto per uomini e donne. Il problema è che spesso lo stesso lavoro subisce un sotto-inquadramento, ovviamente a discapito della donna. È un’altra forma delle tante violenze che vengono esercitate sui luoghi di lavoro. L’Osservatorio creato da USL ha dunque dato il via ad una nuova stagione di presa di coscienza e, possibilmente, di svolta. 

Stiamo vivendo in una stagione in cui i diritti umani, per diverse ragioni, hanno forse bisogno di una nuova riflessione – ha detto il Segretario Belluzzi – e si deve partire dall’aspetto educativo per creare una nuova generazione che sappia riconoscere le differenze”. 

Steven Ciacci ha invece sottolineato alcune cose pratiche, già sul tavolo della Segreteria al Lavoro. Tra queste, la possibilità di inserire nella norma le dimissioni per giusta causa (per esempio a favore di una lavoratrice oggetto di violenze) e un tavolo di confronto per l’attivazione del welfare aziendale, che tenga in giusto conto la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro.