I dati sull’occupazione negli ultimi anni hanno mostrato una fotografia tutto sommato positiva: gli occupati sono in costante crescita come si evince dai dati diffusi dall’Ufficio Statistiche che registra un aumento tra il 2020 e il 2023.
L’indagine annuale dell’Osservatorio Anis ha però messo in luce anche una lieve contrazione del valore della produzione e insieme ha rilevato difficolta? non da poco nel reperire personale adeguato.
Tra i disoccupati in senso stretto meno della metà, il 36% sono uomini e il 64% sono invece donne.
Non va meglio nella vicina Italia, dove nel 2023 il tasso di occupazione femminile è stato del 52,5% contro il 70,4% di quello maschile e il gap retributivo di genere ha superato, in taluni settori, i 20 punti percentuali.
Numeri allarmanti emergono così dal “Rendiconto di genere 2024” redatto dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza del l’Inps. Svantaggi quelli delle donne che si traducono in gap che vanno a discapito dello stesso Paese, poichè non valorizza una componente fondamentale per il proprio sviluppo.
La situazione purtroppo pare essere simile a San Marino, dove il gender gap non è fotografato dai dati statistici, ma si evince dalle testimonianze delle persone che vengono presso i nostri uffici.
In Repubblica abbiamo i Contratti Erga Omnes, purtroppo però sono vari gli escamotage che, ditte non virtuose, usano per tenere la retribuzione delle donne piu? bassa di quella dei colleghi uomini.
Segno che esiste anche una violenza economica che è urgente combattere per evidenti ragioni non solo economiche ma anche etiche, e per provare ad aumentare quella produttività di cui tanto si parla.
Preme infine sempre rammentare che, se le donne anzichè tutelarle le si discrimina anche sotto il profilo economico, calpestando i loro diritti, sara? ben difficile incidere sul trend della denatalità.
Di tempo per invertire la rotta ne abbiamo poco anzi pochissimo se si considera che nel 2024 il saldo naturale e? stato negativo di 110 unita? contro le 58 del 2022. Segno che si procede a grandi passi verso un futuro senza più nuovi nati.
Auspichiamo da tempo un cambio di mentalità e un ambiente più favorevole per le lavoratrici e i lavoratori, dove i diritti non restino sulla carta facendo regredire anzichè evolvere il nostro Paese.