San Marino. Vaccino? Sì grazie! E per gli obiettori c’è già la legge 69/95 …di Alberto Forcellini

Vaccino sì? Vaccino no? Il dibattito è aperto. Anzi è scatenato, ognuno ha la sua idea, che poggia su presupposti spesso saldissimi, senza dubbi. Invece gli interrogativi sono tanti, tutti legittimi, mossi proprio da quell’idea di scienza che, comunque, rimane l’unica strada maestra per uscire dall’incubo.

Soprattutto, molte considerazioni si sono alimentate in seguito all’intervista rilasciata dal SDS Roberto Ciavatta che, domenica sera, al TGR, dice: chi non si vaccina dovrà pagare le spese ospedaliere in caso di contagio.

Apriti cielo, spalancati terra. Non tutti sanno che l’affermazione del Segretario alla Sanità nasce da una legge che San Marino ha da 25 anni, nella fattispecie la legge 23/05/95 n. 69, che prevede e regolamenta l’obiezione di coscienza in tema di vaccinazioni. Qui si dice che chi non vuol sottostare a qualsiasi tipo di vaccinazione, deve dotarsi di un’assicurazione che metta al riparo sia la persona, sia l’ISS, dalle spese di un eventuale contagio.

Chiaro, no? L’unico vero interrogativo è se gli organismi ISS decideranno di far valere questa legge, luminoso esempio di democraticità, oppure preferiscano qualche altra decisione. A questo punto la discussione diventa accademica e spazia sulla situazione generale del vaccino anti Covid nel mondo, tenendo ben presente che la terza ondata (forse peggiore delle precedenti) è dietro l’angolo ed è prevista ormai da tutti gli esperti. Non solo, ma sapendo anche che di questo maledetto virus non ci libereremo almeno per i prossimi due o tre anni. Quindi, una vaccinazione di massa non può essere considerata solo un’operazione di marketing per i paesi che cominciano per primi e che quindi diventano più affidabili.

La Gran Bretagna ha iniziato il 9 dicembre, la Russia il 4 dicembre, con partenza da Mosca; il Messico ha annunciato che la campagna prenderà avvio intorno al 17/18 dicembre, qualche giorno dopo Israele. Secondo la Johns Hopkins University, sono stati finora registrati oltre 68 milioni di casi confermati di infezione in tutto il pianeta, di cui 15 milioni di contagi solo negli Stati Uniti. Il totale dei casi confermati in Europa ha superato i 20 milioni. Gli esperti hanno analizzato gli accordi raggiunti in tutto il pianeta con le aziende produttrici degli otto prodotti più prossimi a una commercializzazione, tra i quali quello messo a punto dalle aziende Pfizer e Biontech, che il Regno Unito ha iniziato a distribuire per le fasce più a rischio. L’Europa ha  concluso sei contratti che consentiranno l’acquisto di un vaccino una volta che si sia dimostrato sicuro ed efficace. Infatti se la UE risulta un poco indietro rispetto ad altri è proprio perché attende il via libera delle agenzie internazionali sui farmaci.

Ma ci possiamo fidare di vaccini messi a punto in un anno, quando un tempo ce ne volevano dieci? Assolutamente sì, dicono gli esperti. Oggi ci sono tecnologie che fino a qualche tempo fa neanche si potevano immaginare, grazie alle quali si è potuto abbattere i tempi della ricerca e della sperimentazione. Quanto è sicuro il vaccino? Facendo una sintesi di quanto dicono medici e virologi, si può affermare che il vaccino ha gli stessi standard di sicurezza di tutti farmaci. I soggetti allergici possono vaccinarsi? Di norma la vaccinazione non è consigliabile solo a chi abbia sviluppato allergie per altri vaccini, o abbia controindicazioni patologiche. Invece, chi è allergico alle graminacee, ai pollini, al glutine, agli acari della polvere, eccetera, eccetera, secondo i medici può tranquillamente vaccinarsi.

Allora sarà obbligatorio? Al momento, nessun Paese ha parlato di obbligatorietà al vaccino anti Covid, ma si è fermato a consigliarlo alle categorie a rischio, ciascuno rifacendosi alla propria legislazione interna. Partendo da questi presupposti, San Marino sta preparando un’operazione di sanità pubblica mai vista nella sua storia millenaria. Forte del recentissimo successo per la vaccinazione antinfluenzale, che ha raddoppiato i numeri, si prepara ad un investimento imponente. Si parte da 25mila vaccini, ovvero 50mila dosi, perché è previsto il richiamo, che arriveranno dall’Italia grazie al protocollo di intesa già firmato dalla Segreteria Sanità. Poi ci sarà un arruolamento massiccio di medici e di infermieri, opportunamente formati e aggiornati, che dovranno operare in spazi idonei. Poi, si dovranno predisporre dei protocolli operativi specifici. Fatta salva la non obbligatorietà, bisogna infatti prevedere un elenco di priorità che vede in cima alla lista tutto il personale sanitario e parasanitario, nonché gli anziani delle RSA e quelli affetti da più patologie, che sono tra le prime categorie a rischio. Di seguito, gli altri anziani, le forze dell’ordine, i docenti, gli addetti ai trasporti pubblici, i lavoratori a contatto con il pubblico, e così via.

Si dovranno vaccinare anche i bambini? Al momento il problema non è stato affrontato, né valutato da nessun Paese, proprio perché i bambini rappresentano la categoria meno esposta. A quel punto, quando la popolazione sarà vaccinata, saremo fuori dall’incubo? “Chi si vaccina contro il coronavirus non si ammala ma si può infettare lo stesso e trasmettere la malattia se non porta la mascherina” risponde la virologa Ilaria Capua. Che però specifica: “Quando si vedrà l’effetto della vaccinazione, anche i più scettici la faranno”. In effetti, poiché l’arrivo del vaccino alle nostre latitudini è previsto verso fine gennaio, si avrà anche l’esperienza dei Paesi che hanno cominciato a dicembre e si potranno valutare eventuali effetti collaterali. In ogni caso, l’obiettivo di San Marino è davvero ambizioso: arrivare ad un 70 per cento di persone vaccinate e realizzare quel famoso “effetto gregge” che probabilmente è impossibile ovunque. Allora, forse, un pochino di tranquillità in più potremo averla tutti. Ma si avranno anche meno morti e meno sofferenze nelle case. L’emergenza non ce la togliamo dai piedi in nessuna maniera, se tutti quanti non ci prestiamo ad una adesione tale che consenta di raggiungere la percentuale di sicurezza. Senza mai dimenticare, ancora per un bel po’ di tempo: mascherina, igiene delle mani e distanza di sicurezza.

a/f