Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Pasquale Valentini, ha partecipato, a New York, al Segmento di Alto Livello del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC), che quest’anno comprendeva sia la Riunione di riesame annuale del Consiglio, sia la Riunione ministeriale del Forum Politico di Alto Livello.
A prendervi parte numerosi Ministri responsabili della politica estera, economica, ambientale e sociale dei 54 Paesi membri dell’ECOSOC e rappresentanti della società civile. In qualità di Stato membro per il triennio 2013/2015, anche San Marino ha partecipato ai lavori, offrendo il proprio contributo e sostenendo le priorità del Consiglio. Il Segretario Valentini è intervenuto nel corso del dibattito generale congiunto, che si è svolto sul tema: Confrontarsi sulle attuali ed emergenti sfide per conseguire gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio nel 2015 e per sostenere lo sviluppo in futuro.
Nel suo intervento, il Segretario di Stato Valentini ha definito gli Obiettivi del Millennio “uno stimolo straordinario per un’azione reale e collettiva verso il superamento delle più gravi emergenze mondiali”, per i quali tutti i Paesi hanno lavorato insieme, in maniera corale e costruttiva. Ciononostante le difficoltà permangono, dovute soprattutto al mancato raggiungimento degli obiettivi nella loro totalità. Inoltre, anche i progressi registrati sono stati diseguali, sia fra Paesi che all’interno degli stessi; disuguaglianze ulteriormente aggravate dalla crisi economica degli anni recenti.
Il Responsabile della politica estera sammarinese ha poi parlato di globalizzazione economica associandola alla crescita di questo divario, come fenomeno che deve essere gestito: in un mondo sempre più interconnesso, solamente attraverso il dialogo fra culture e religioni – ha detto – la povertà e le forme di discriminazione possono essere affrontate ed emarginate. “Il riferimento è alla pace e al rispetto dei diritti umani, ad un approccio che integri in modo equilibrato le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: quella sociale, quella economica e quella ambientale”. Così Valentini, nel dibattito per la definizione dei nuovi obiettivi post-2015, che ha aggiunto come il rispetto alla persona e alla sua libertà di espressione siano valori irrinunciabili rispetto ai quali la Comunità internazionale non può derogare: “ogni azione è rivolta allo sviluppo se la sua realizzazione porta con sé la crescita del rispetto dell’essere umano”. Gli interventi futuri, ha concluso Valentini – dovranno caratterizzarsi come frutto di un’azione collettiva, mai impositiva, conforme ai principi della solidarietà e sussidiarietà, allo scopo di appoggiare e sostenere ogni Stato nei sui doveri primari di tutela dei propri cittadini, assicurando loro condizioni di dignità e prosperità.
A margine della riunione, il Segretario di Stato Valentini ha incontrato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, per un breve scambio di idee sulla situazione mondiale. In serata, nell’ambito di una cena di lavoro, ha inoltre incontrato, tra gli altri, il nuovo Ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Sebastiano Cardi, l’Osservatore Permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, Arcivescovo Francis Assisi Chullikatt, e l’ex Presidente dell’Assemblea Generale, Nassir Abdul Aziz Al-Nasser, Alto Rappresentante delle Nazioni Unite per l’Alleanza delle Civiltà.
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INTERVENTO DEL SEGRETARIO DI STATO PER GLI AFFARI ESTERI DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO
S.E. PASQUALE VALENTINI
AL SEGMENTO DI ALTO LIVELLO DELL’ECOSOC
(NEW YORK, 7 LUGLIO 2014)
Signor Presidente,
[Signor Segretario Generale,]
Eccellenze,
Signore e Signori,
a nome del Governo sammarinese, desidero congratularmi con S.E. Martin Sajdik, per la sua elezione alla Presidenza dell’ECOSOC. La sua esperienza come Ambasciatore dell’Austria alle Nazioni Unite è una risorsa preziosa per dare un impulso fondamentale ai lavori del Consiglio.
Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio hanno costituito uno stimolo straordinario per un’azione reale e collettiva verso il superamento delle più gravi emergenze mondiali: la fame e la malnutrizione, il mancato accesso alle cure mediche di base e all’istruzione primaria, la mortalità infantile e materna, la disuguaglianza di genere, il mancato controllo di gravi malattie trasmissibili,le problematiche ambientali.
Ciò è stato possibile perché tutti i Paesi hanno lavorato insieme cercando di perseguire gli stessi risultati.
Il corale impegno della comunità internazionale ha portato, in alcuni casi, al raggiungimento degli obiettivi e sempre ha determinato una presa di coscienza collettiva, a tutti i livelli, della necessità di agire per la loro realizzazione, nella consapevolezza che è in gioco il futuro stesso dell’umanità.
Nonostante i rilevanti progressi che si sono registrati, senza un’ulteriore intensificazione dell’azione a livello nazionale, regionale e della cooperazione globale, molti Paesi non potranno raggiungere tutti gli Obiettivi.
I progressi sono stati diseguali, sia fra i Paesi, che all’interno degli stessi Paesi; inoltre sono stati diseguali fra gli Obiettivi stessi. La crisi economica che negli ultimi anni ha colpito molto pesantemente anche gli Stati economicamente più avanzati ha contribuito ad accrescere questa situazione di squilibrio nel conseguimento degli Obiettivi e talora, ha favorito la diffusione di sentimenti egoistici e l’affermarsi di politiche protezionistiche, che vanno in senso diametralmente opposto rispetto alla realizzazione degli Obiettivi.
Troppe persone in molti Paesi vivono ancora in uno stato di assoluta povertà, moltissime donne e bambini lottano quotidianamente per la mera sopravvivenza, la sicurezza alimentare è un lusso per centinaia di milioni di persone, così come l’accesso all’acqua potabile, ai servizi sanitari, all’educazione.
Il rapporto del Segretario Generale, che il mio Paese apprezza e sostiene perché utile per comprendere quali fattori siano essenziali per il pieno raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo, ci consente di proporre alcune riflessioni.
In molti Paesi la globalizzazione economica è stata molto spesso associata ad un aumento delle disuguaglianze. Questo significa che la globalizzazione è un fenomeno che va governato e per farlo occorre considerare che sotto l’aspetto economico c’è la realtà di una umanità sempre più interconnessa. Ciò sottintende dunque un’inevitabile necessità di dialogo fra culture e religioni diverse, senza il quale i fenomeni di globalizzazione possono tradursi in aumento della povertà e di varie forme di discriminazione.
Per questo motivo, nella definizione dei nuovi obiettivi post 2015, occorre porre in primo piano, come condizione essenziale, il riferimento alla pace e al rispetto dei diritti umani e, in particolare un approccio che integri in modo equilibrato le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: quella sociale, quella economica e quella ambientale.
C’è un test che può svelare la bontà di ogni azione rivolta allo sviluppo: se la sua realizzazione porta con sé la crescita del rispetto che viene riservato alla tutela della persona e alla sua libertà di espressione, cominciando da quella religiosa, e, contemporaneamente la crescita del rispetto dovuto alla prima e fondamentale formazione sociale che è la famiglia.
I problemi da affrontare sono globali e perciò esigono interventi che abbiano l’orizzonte di un’azione collettiva che coinvolga tutta la comunità internazionale, un’azione che non può essere intesa come un’imposizione o una limitazione di sovranità, ma al contrario, in conformità con i principi di solidarietà e sussidiarietà, come il sostegno offerto ad ogni Stato per rispondere al dovere primario di proteggere la propria popolazione e di assicurare ai propri cittadini le condizioni affinché ogni uomo, donna, ragazzo possa vivere con dignità e prosperità.
E’ una sfida ambiziosa, ma nello stesso tempo è l’imperativo morale che dobbiamo essere disponibili a fare nostro.
La Repubblica di San Marino sarà lieta di offrire il proprio contributo cooperando con tutti i Paesi per la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e la definizione di un’Agenda post-2015 che sia universale, trasparente e, al tempo stesso, effettivamente perseguibile.