Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Riferisco sulla partecipazione al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa tenuto a Vienna. Il tema della convocazione aveva tre fasi, la prima relativa al contenuto che il segretario generale aveva dato ai lavori del comitato, un confronto sul Consiglio d’Europa e la sua stabilità di fronte alle sfide attuali. Ciò faceva seguito ad un’analisi e a un riferimento che il segretario aveva fatto sullo stato della democrazia e dei diritti umani interno ai Paesi aderenti. La seconda parte è stato un confronto specifico sulla situazione dell’Ucraina, il terzo un passaggio formale, della presidenza dall’Austria all’Azerbaijan. Sulla prima parte, il dibattito ha visto una cinquantina di Paesi intervenire. La crisi dell’Ucraina ha condizionato ogni intervento. Tutti hanno denunciato come in violazione delle convenzioni fossero accaduti i fatti, la celebrazione referendum e l’annessione della Crimea. Ci si rende poi conto di quanti siano limitati gli strumenti di intervento del Consiglio d’Europa per la risoluzione delle questioni in corso. Tant’è vero che la risoluzione finale del Comitato era una relazione che sostanzialmente rimanda alla commissione di Venezia la verifica che il processo di riforma dell’Ucraina rispetti le convenzioni, ma poco si è potuto fare per intervenire. Da tutti poi è stata manifestata un’esigenza di verità dei fatti. Di qui l’esigenza di osservatori internazionali, malgrado le difficoltà. Il mio riferimento è stato incentrato, alla luce della nostra storia, su quali fossero le condizioni perché l’Europa riprendesse il cammino di continuità. Su questo c’è stato dibattito negli ultimi giorni, ma non voglio dilungarmi. E’ stata poi l’occasione di incontri bilaterali sull’ipotesi di negoziato aperto dalla Commissione europea. E’ stato possibile incontrare il degli ministro esteri dell’Austria e il delegato del ministero degli esteri della Spagna, i ministri esteri di Andorra e Monaco. Rilevante poi l’incontro programmato con il ministro esteri italiano Mogherini. Questi incontri hanno aiutato innanzitutto a vedere come, rispetto all’ipotesi negoziato con l’Ue con i piccoli Stati, ci sia grande interesse e attenzione da parte di tutti, ci stanno incoraggiando a mettere attenzione ed energia in questo percorso. C’è poi attenzione in particolare dell’Italia che avrà la presidenza dell’Ue del prossimo semestre e vorrebbe essere in sintonia con San Marino, ciò si tradurrà in confronti che dovrebbero precedere il mandato definitivo.
Nella fase precedente al negoziato, è stato già preparato un calendario di incontri interni per discutere i temi da portare al tavolo, i principali interlocutori sono i referenti dell’amministrazione pubblica, per poi allargare il confronto con le forze politiche e immediatamente con le parti sociali ed economiche. Posso poi rassicurare che si è al lavoro, step per step verranno informati il Consiglio e le forze politiche. Questa è una fase di approfondimento delle problematiche perché al momento delle decisioni si abbiano tutti gli elementi per una valutazione ponderata”.
Simone Celli, Ps: “Intendo usare il comma comunicazioni per svolgere alcune riflessioni su un argomento di stretta attualità, ovvero il discorso del segretario per gli Affari esteri al comitato dei ministri del consiglio d’Europa, il 6 maggio scorso, a Vienna. E’ doveroso ringraziarlo per il riferimento in apertura, con cui ha cercato di riassumere quanto la delegazione sammarinese ha prodotto in questa trasferta, ma a mio parere però il riferimento è ancora carente rispetto alcuni quesiti che la gran parte delle forze dell’opposizione hanno posto in questi giorni con una presa di posizione ufficiale. Vorrei spiegare meglio quanto sostengono Ps, Upr, C10, Su e il consigliere indipendente Luca Lazzari. Oggi è assolutamente prioritario adottare una linea di politica estera conseguente all’impegno profuso da San Marino all’interno delle organizzazioni internazionali. E’ un tema delicato, ad Est dell’Europa si stanno accendendo focolai e conflitti preoccupanti e il ruolo di San Marino per favorire il dialogo deve essere confermato e valorizzato, per questo abbiamo valutato con preoccupazione le posizioni espresse dal segretario Valentini. Riteniamo che vadano in rotta di collisione con la storia e la tradizione della politica estera sammarinese. E’ doveroso che il Consiglio, al netto delle polemiche, debba rimarcare l’impegno di San Marino rispetto la dimensione religiosa del dialogo interculturale e la posizione di assoluta neutralità nel suo impegno interno alle organizzazioni internazionali. Il discorso del nostro segretario Affari esteri riteniamo, alla luce del particolare momento, avrebbe dovuto sottolineare l’importanza del dialogo e mettere in luce l’impegno per la pace di San Marino. Invece, questo breve intervento è servito per rivendicare le radici cristiane dell’Europa. Poi ricordo che all’interno Consiglio d’Europa ci sono Paesi musulmani, Turchia, Azerbaijan. Questo istituto è sempre stato promotore di dialogo. Ps, Upr, C10, Su e il consigliere Luca Lazzari intendono quindi depositare un apposito odg, chiediamo alle loro Eccellenze di poterlo votare al termine della presente sessione consiliare. Ne do lettura: ‘Il segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, nell’intervento tenuto lo scorso 6 maggio a Vienna alla 124 ^ sessione del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, ha testualmente affermato: (…) In particolare, la rivoluzione dei diritti individuali, che trae la sua origine dal rispetto della persona secondo la visione che il cristianesimo ha contribuito ad introdurre nella cultura europea, sembra ora volersi affermare come totalmente separata da questa origine, negando un’evidenza storica: solo l’unità fra le sfere scientifica, giuridica, morale e religiosa può garantire un equilibrio totalmente rispettoso della dignità di ogni essere umano. Preso atto che tali parole sono state pronunciate di fronte ai ministri degli Esteri dei paesi membri del Consiglio d’Europa con culture, sensibilità e orientamenti religiosi molto diversi tra loro; considerato che i il segretario di Stato per gli Affari esteri, quando è in missione all’estero e in particolare quando esprime valutazioni di natura etica, non rappresenta solo se stesso, il suo credo religioso e le sue idee, ma rappresenta l’intero popolo sammarinese; alla luce del delicato momento storico che sta affrontando l’Ue (…); vista la prossima apertura del negoziato tra l’Ue e la Repubblica di San Marino per la stipula dell’accordo quadro di associazione; il Consiglio grande e generale ritiene necessario confermare l’impegno della Repubblica di San Marino all’interno del Consiglio d’Europa per la promozione della dimensione religiosa del dialogo interculturale e per l’affermazione su scala globale di una visione orientata alla costruzione di una comunità in cui il pluralismo di idee, etnie, religioni e cultura non venga solo difeso, ma anche valorizzato”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Ancora il nostro segretario non ha compreso la differenza fra un gesuita un segretario. Vorrei apostrofare il suo intervento fuori luogo a Vienna e passare a quello che sta succedendo in Europa. Il 25 maggio ci saranno le elezioni europee e andranno a rinnovare il parlamento Ue, dobbiamo portare avanti nel frattempo le trattative per gli accordi quadro sull’Europa. Abbiamo letto nei giorni scorsi del contratto di consulenza con il professor Baratta, che dovrebbe far fronte alle manchevolezze. Nutriamo ben poca fiducia, noi veniamo da un Paese in cui è stato schiacciante il no all’adesione europea e riteniamo che l’integrazione vada fatta nel rispetto di quel referendum, mentre ci facciamo aiutare da un tecnico italiano. Prima bisogna chiarire quali sono le nostre priorità e gli spazi di autonomia cui non vogliamo rinunciare. E nel frattempo anche in Italia le posizioni critiche su Euro ed Europa volano circa al 40% nazionale. Siamo sicuri che l’Europa di domani sarà la stessa di oggi? Credo sia superato il modo di ragionare e di intendere il suo ruolo da parte del segretario
Luigi Mazza, Pdcs: “Il Consiglio è interamente d’accordo ‘a favorire il dialogo interculturale’ come scritto nell’ordine del giorno dell’opposizione. Ma le dichiarazioni fatte a Vienna dal Segretario Valentini sono state male interpretate. Ha detto che in un’Europa attualmente in crisi se non si riscoprono le sue origini, in una sfera scientifica morale culturale e religiosa, si rischia di fare l’Europa solo un mercato. In che cosa non è d’accordo l’opposizione? E’ un’analisi che condividono tutti gli esponenti della sinistra europea, da Eco a Schultz . Non comprendere queste parole significa rinnegare il passato. Il dialogo interculturale che chiede l’opposizione sta proprio nelle frasi del Segretario Valentini. L’opposizione ha la capacità di comprendere l’intervento? Oppure fa solo attacchi politici strumentali? Lo stesso Schultz dice che le radici giudaico-cristiane sono importantissime. Dobbiamo guardare al futuro nel rispetto delle nostre radici. L’intervento a Vienna di Pasquale Valentini dice “la rivoluzione dei diritti individuali, che trae la sua origine dal rispetto della persona”. Stiamo parlando di una cosa molto più ampia. C’è un’Europa che non è più solo quella dei mercati ma è quella che trova i suoi valori cardine nel rispetto della persona. Io dico che San Marino deve impegnarsi per far sì che in Europa prevalga la persona, la cultura e l’aspetto religioso rispetto alle regole dei mercati. La riscoperta delle origini dell’Europa basato sul rispetto della persona, del dialogo interculturale e interreligioso”.
Luca Santolini, C10: “Grazie al consigliere Mazza per avere spiegato a noi ‘poveretti’ dell’opposizione il senso profondo delle dichiarazioni del Segretario Valentini. Credo anche io che la distanza creatasi tra valori e politica sia una delle cause principali che hanno accompagnato questo periodo di profonda crisi all’interno dell’Unione Europea. Ma penso che si dovrebbe cercare di trovare una nuova formula per fare da collante tra le diverse sensibilità religiose e tra i diversi popoli”.
Gerardo Giovagnoli, Psd: “Mi soffermo sul ruolo di San Marino nel Consiglio d’Europa e cosa possiamo fare come Stato quando interveniamo in questi consessi. Ritengo sia importante rivendicare tutte le volte in cui è possibile un ruolo per San Marino portatore di valori sempre validi, pace, diritti umani e dialogo, perché disponiamo solo di queste possibilità. Nel discorso di Valentini mi piace l’ultima parte in cui si ricorda che il nostro ruolo attivo deve essere in questo senso e deve essere aumentato l’impegno di San Marino. Poi una parte dell’intervento ha riguardato cose più filosofiche su cui si sono trovate meno convergenze, è interessante approfondire le tematiche delle radici e del senso dell’Europa, ma voglio affermare l’esigenza e l’opportunità e la possibilità che ha San Marino in questo momento nell’evidenziare la sua posizione di distacco da posizioni belligeranti. Questa l’esortazione da fare: siamo tutti d’accordo che dobbiamo spendere le nostre possibilità sul confronto e credo che su questo l’Aula possa tutta intervenire nella stessa direzione. Soprattutto ora che si va verso una maggiore integrazione europea”.
Francesca Michelotti, Su: “Il collega Mazza ha sbagliato l’interpretazione sintattica del passaggio contestato al segretario Valentini. Non sto a discutere sulle radici cristiane dell’Europa, hanno avuto un ruolo importante nel bene e nel male, non sono d’accordo sull’opportunità di parlarne in quella sede. Abbiamo presieduto qualche anno fa il semestre del Consiglio d’Europa e ci siamo caratterizzati con un’operazione intelligente quale il convegno sulla cultura inter religiosa. Quello è stato un successo di questo Paese che ha scolpito una sua vocazione, ma oggi si va in Europa a fare un discorso così che condivido nel merito ma non nell’opportunità, per questo ho sottoscritto anche io quell’ordine del giorno.
Marco Podeschi, Upr: “Il problema non è fare revisionismo storico o negare le nostre radici. Occorre capire che in un consesso internazionale certe considerazioni non andrebbero fatte. Quella di Valentini è comunque stata una scelta legittima, così come la è il nostro odg. A me piacerebbe discuterne in commissione Esteri. C’è anche la questione del rapimento delle ragazze nigeriane. Non si tratta di fare guerre di religione, ma di rappresentare con equilibrio le posizioni che il Paese porta avanti. Abbiamo depositato il nostro odg con assoluta tranquillità. Il Consiglio d’Europa è diverso dall’Ue, io quelle dichiarazioni non le avrei fatte. Sono anche in corso le elezioni europee”.
Paride Andreoli, Ps: “Mi hanno colpito gli interventi di Mazza e Gian Nicola Berti. Valentini non deve offendersi se le forze di opposizione sollevano una questione di opportunità sull’intervento fatto a Vienna. L’intervento di Mazza è stato spropositato.
Fonte: Agenzia Della Torre1