San Marino. Vecchie droghe e nuove rotte del narcotraffico. Maresciallo Gatti: “L’eroina era passata di moda dopo il virus dell’Aids, oggi è tornata”.

eroinaChi usa stupefacenti ha le mani sporche di sangue.

Mai così tanta eroina è stata pronta per invadere le strade del pianeta come oggi.

L’allarme arriva dall’agenzia Onu per il contrasto delle droghe e del crimine organizzato (Unodc) : la produzione di oppio ha raggiunto i 200.000 ettari, una estensione mai vista prima d’ora. L’80% dell’oppio (materia prima dell’eroina), è coltivato in Afghanistan mentre il restante quantitativo viene dal Myanmar (ex Birmania) e dal Laos.

“La nostra cultura ci porta in modo inconscio allo sballo – dice Gabriele Gatti, maresciallo della Gendarmeria sammarinese- finiamo le nostre normali attività giornaliere e in modo normale ci dirigiamo verso l’aperitivo, poi successivamente a cena continuiamo a bere, magari a pasto finito ci beviamo un ammazzacaffè e poi inizia la serata vera e propria con coktail e affini. Purtroppo siamo immersi in una vera e propria cultura dell’alcol”.

Come cercate di contrastare il fenomeno?

“Sempre partendo dalle scuole -spiega Gatti- cercando di instillare nei ragazzi il concetto di senso della misura, senza tralasciare il rispetto per la propria persona e la conoscenza di sè che sono fondamentali per non entrare in un vortice autodistruttivo”.

Questo vostro informare è fondamentale per indirizzare i giovani sulla strada del buon senso.

“Noi spieghiamo ai ragazzi durante gli incontri nelle scuole che ci sono sempre delle conseguenze, perché magari uno pensa, sono a casa mia, non guido, mi fumo uno spinellino, che fastidio do? E qui entra in gioco un ragionamento che esula dalla salute: tutto quello che è sostanza stupefacente è in mano alla criminalità organizzata, che sia locale o internazionale”.

Tipo la cocaina?

“Chi traffica in cocaina a livello mondiale è in grado di comprarsi una flotta di sottomarini per portarne avanti gli affari -afferma il maresciallo Gatti- possono comprarsi aerei, governi, eserciti (come fanno in Africa, nuova frontiera della raffinazione e della distribuzione)”.

Il continente nero è quindi il nuovo nodo da sciogliere dal punto di vista della lotta contro le narcomafie.

“Certo, la coltivazione avviene in America del sud ma la raffinazione avviene in alcune zone dell’Africa. Da lì poi parte la distribuzione verso l’Europa e la Russia, un tempo le rotte convergevano a Rotterdam in Olanda, nel sud della Francia o della Spagna, oggi il tutto viene gestito in zone del mondo difficili da controllare. La cocaina arriva a fiumi purtroppo”.

E l’eroina?

“E’ una droga che era passata di moda dopo l’esplosione del virus dell’Hiv ma che oggi sta ritornando perché si è abbassata di prezzo e non viene più iniettata in vena con una siringa ma viene fumata o sniffata. In questo modo ha un effetto meno immediato ma più duraturo nell’organismo”.

Gli stupefacenti seguono un andamento ciclico, che vive di corsi e ricorsi storici: dopo un periodo in cui hanno predominato gli eccitanti, il mercato si orienta di nuovo sulle droghe calmanti o depressive.

“Noi vogliamo accendere la coscienza e la consapevolezza nei ragazzi -conclude il maresciallo Gatti- quando si pensa di non dare fastidio a nessuno, oltre che fare del male a sé stessi in qualche modo condanno a morte altre persone, basta pensare ai cartelli sudamericani che hanno in mano il traffico d’organi oltre a quello degli stupefacenti. Quando vi drogate dall’altra parte del mondo qualcuno muore: che vengano strappati i reni o le cornee a un infante in America latina, che venga venduta una bambina perché si prostituisca e che poi finisce torturata a morte in estremo oriente, che vengano comprate armi messe in mano a bambini soldato in Africa. Usando qualsiasi tipo di stupefacente, siete complici della criminalità organizzata e in qualche modo avete le mani sporche di sangue”.

Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti (FDA).

Marco Bollini, La Tribuna