Il caldo ferragostano e il rilassamento vacanziero che hanno un po’ rallentato l’attività politica, non hanno però assopito il percorso di verifica che sta impegnando maggioranza e governo. Che ormai dura da diversi giorni e non si sa bene quando verrà concluso.
Molte attenzioni si concentrano infatti sulla data di chiusura di questo confronto allargato per poi trarre valutazioni e giudizi su chi abbia l’asso in mano, e chi solo gli scartini. Non è questo il tema, come non lo è il valzer di poltrone ventilato da qualcuno, o un cambiamento dei rapporti di forza interni alla maggioranza.
La sfida è molto più alta e competitiva, molto meno convenzionale. Riguarda le riforme e con esse il cambiamento vero, sia del Paese, sia del modo di fare politica. In pratica, il ragionamento non è sulle cose da fare, sul programma di governo, perché su questo c’è accordo pieno e totale. Ma come realizzarlo, il programma. Metodi e modi per arrivare all’obiettivo.
Si tratta dello stesso dilemma e dello stesso dibattito che si è consumato in Consiglio a fine luglio sui terreni di proprietà dello Stato: è necessario venderli per garantire lo sviluppo delle imprese, o più semplicemente li si può dare in concessione, arrivando allo stesso obiettivo senza sminuire il patrimonio dello Stato?
Giornali sapientemente suggeriti puntano il solito dito contro l’ISS, per cercare di alzare il polverone, ma dove i problemi sono stati evidenziati senza alcuna indulgenza dallo stesso governo proprio per porvi rimedio. Ma non c’è solo l’ISS. C’è la scuola, ad esempio, dove nonostante gli aggiornamenti necessari per la didattica, ci sono situazioni inamovibili che, negli anni, sono venute a configurarsi come veri e propri privilegi. Questo vale anche per altri settori, addirittura intoccabili, dove si alzano subito barricate in difesa dello status quo. Si parla di diritti acquisiti per proteggere le caste.
C’è il turismo, settore più che mai bisognoso di una progettualità avveniristica e originale. C’è il territorio, che dovrà essere riletto nell’ottica del nuovo PRG, dove attenzioni e interessi sono più che mai esposti e sensibili. C’è tutto il settore dell’informatizzazione dell’apparato pubblico, anche nell’ottica dello sviluppo industriale, ivi connesse le problematiche dell’occupazione e dell’avvio al lavoro. L’elenco è piuttosto lungo.
Non è una novità che ovunque, nel tempo, si siano alzati fortini in difesa di questo o di quell’orticello. Che siano stati alimentati microcosmi clientelari, satrapie puramente elettorali. È così. E non da ora, perché storicamente San Marino ha dimostrato la sua predilezione per il conservatorismo più che per il riformismo, nella perenne lotta tra i cosiddetti benpensanti e i progressisti.
È su questi aspetti che vuole incidere Rete, alla sua prima esperienza di governo e che ha chiesto esplicitamente la verifica. Le fonti ufficiali parlano poco, ma da quanto trapela da voci comunque bene informate, Rete ha posto la questione di un programma di governo da portare avanti lavorando sulla qualità degli obiettivi, non sulla riverniciatura della facciata. Una posizione forte, che ha dalla sua alcuni risultati importanti ottenuti dal governo in politica estera, in politica sanitaria, sulla giustizia, sul riequilibrio del sistema finanziario, sull’efficienza dei lavori consiliari, sulla riconquistata credibilità internazionale.
Poiché si tratta di Rete, allora si tenta di sminuire la portata del confronto, dileggiandosi su aspetti superficiali e magari deridendo alcuni aspetti del dibattito interno, che comunque rimane assai riservato. Una cosa appare (termine che ha la radice di pare, quindi sembra) abbastanza sicura e cioè che a Rete non interessa minimamente la data di chiusura della verifica: se avverrà domani, dopodomani, la settimana prossima, o tra un mese. L’importante è trovare la quadra sul come fare le cose, e non favorire questo o quel gruppo di potere, questo o quel gruppo politico, questa o quell’area sindacale. Del resto, la portata di questo governo si andrà a misurare su quello che avrà fatto e non sulle solite promesse.
a/f