
…E ci risiamo! Questa volta, però, l’occhio del ciclone che si abbatte sulla solidità del governo e della maggioranza che lo sostiene non è il movimento Rete, ma un’altra costola che li compone: Motus Liberi del Segretario di Stato all’Industria Fabio Righi.
Nel mirino di questa giovane forza politica finisce il “D.E.S.”, indicato come un progetto che rappresenta “un’opportunità per qualcuno” che, perdipiù, “rischia di compromettere la libertà di tutti”. E, per rincarare la durissima presa di posizione, si ricordano nientemeno che le parole di Antonio Onofri, risalenti al lontano 1797: “La Repubblica di San Marino, contenta della sua piccolezza non ardisce accettare l’offerta generosa che le viene fatta, né entrare in viste di ambizioso ingrandimento che potrebbero col tempo compromettere la sua libertà”.
Non scendiamo, ora, nel dettaglio del DES, nei suoi eventuali pregi e difetti. Non è questo il tema… Il tema è il caos che, ormai, regna all’interno della maggioranza.
Poche settimane fa la presa di posizione di Rete che, su una semplicissima operazione contabile, un “giro” tecnico che non prevedeva alcun esborso economico, ha “arringato” il Paese palesando una controversa spesa di soldi pubblici che, in realtà, non era tale, mandando su tutte le furie il Segretario alle Finanze Marco Gatti che, a sua volta, non reagì in maniera -diciamo- “diplomatica”; oggi, su un progetto che viene presentato dal governo come -esagero per rendere l’idea- la panacea di tutti i mali della Repubblica, un progetto su cui il governo sembra puntare tanto, arriva la stroncatura di Motus Liberi.
Ma ogni Segreteria di Stato va per conto suo? Il Governo e la maggioranza non affrontano i progetti definendone caratteristiche, fini e tempistiche? Evidentemente, ormai, non più.
Ho ipotizzato, poco tempo fa, che ben difficilmente i sammarinesi potranno scampare alle urne politiche entro la prossima estate o al massimo in autunno. Oggi, reputo quella previsione addirittura ottimistica.
Con maggioranza e governo che sembrano sfaldarsi, non mancano i contatti sotterranei fra partiti di maggioranza, fra forze di maggioranza con forze di opposizione, fra leader di un partito con altri partiti, fra semplici consiglieri in cerca di nuova casa… Così, si fanno pressanti le voci di una “avvicinamento” fra Marco Nicolini (Rete) – che aveva già dichiarato di non ricandidarsi – e la componente di Npr esclusa dalla nuova unità socialista perchè, in fondo, i SocialBerti, socialisti non sono; di una separazione fra Denise Bronzetti, sempre più in “sintonia” con Demos, ed il MIS.
Poi, altrettanto pressanti -e destabilizzanti per la tenuta del governo- le voci di terremoti di assestamento fra le forze socialiste che confluiranno nel muovo “contenitore”, a cominciare da una sempre più probabile uscita di Alessandro Mancini dalla stanza dei bottoni del PS, dove starebbe rientrando prepotentemente Augusto Casali.
Ma le scosse più forti si registrerebbero all’interno del PSD, al quale si sarebbe riavvicinato nientemeno che Emilio Della Balda. Un riavvicinamento che sarebbe guardato con molto interesse da una importante parte di Rete. E -siamo sempre in ambito di “voci” che rimbalzano nei corridoi del Palazzo- precisamente da Giovanni Zonzini, Paolo Rondelli e Alberto Giordano Spagni Reffi, attualmente capogruppo consigliare del Movimento che, perdendo la sua “anima” di cultura socialista, potrebbe liberamente tornare alle origini “urlanti” e “populiste”, come una parte di quel partito oggi vorrebbe…
In questo scenario -che “rimbalza” sempre più pressante fra addetti ai lavori, e che certamente i diretti interessati smentiranno- non poteva mancare il “focoso” Federico Pedini Amati, che annunciò il suo ritiro dalla politica ma non sembra, oggi, più così convinto. O, meglio vorrebbe concentrarsi meglio alla guida del nuovo “contenitore” che ha permesso di superare, seppure non in toto, la diaspora socialista. E questo suo obiettivo lo avrebbe posto in aperto contrasto con Paride Andreoli ed Elego, i quali vorrebbero un congresso costituivo a dar vita sia alla nuova forza politica socialista (quasi) unitaria, al contrario di Pedini Amati che mirerebbe ad un iter meno “divisivo” come è un congresso.
Dunque, affiancato da Luca Lazzari, l’attuale Segretario di Stato al Turismo vorrebbe scalare il Psd, che potrebbe arricchirsi, oltre che del supporto esterno (neppure troppo esterno) di Della Balda e di una importante parte di Rete…
Non c’è pace neppure nel Pdcs, dove lo scontro fra Teodoro Lonfernini e il resto del partito è sempre più evidente ed aspro…
I movimenti, comunque, non mancano… E su questa considerazione si può togliere il condizionale. Movimenti che, prima di quanto si possa immaginare, culmineranno in una crisi di governo e in un voto anticipato che -salvo scalate “ostili”- vedrà il nuovo gruppo socialista scegliere l’alleanza preelettorale con Via delle Scalette, con il preciso obiettivo di trovare nelle urne i numeri per dar vita ad un governo e ad una maggioranza meno frammentata e quindi più coesa e solida dell’attuale giunta ormai al suo capolinea…
Enrico Lazzari