San Marino. Verso una “Voluntary” permanente … di David Oddone

soldiDall’Italia rimbalza una indiscrezione clamorosa: ora si aprono nuovi scenari.

Nel frattempo si va verso una ulteriore proroga fino a giugno.

Prosegue la bagarre sulla cosiddetta “Voluntary disclosure”, nome altisonante per giustificare l’ennesimo scudo fiscale, un po’ meno conveniente rispetto a quelli passati, ma sempre e comunque ombrello parafulmine per le magagne degli italiani furbetti.

Al netto delle campagne mediatiche piu? o meno di parte, in tutta Europa la guerra all’evasione e al riciclaggio viaggia a pieno regime. E solo quegli Stati come San Marino – oggi pienamente in regola – possono dormire sonni tranquilli.

Quanto successo la scorsa settimana e? emblematico: prima il fisco olandese ha richiesto a Ubs l’elenco dei contribuenti olandesi che hanno conti non ancora regolarizzati, e la banca elvetica ha deciso di aderire a questa richiesta; poi il direttore centrale dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, ha dichiarato che anche l’Amministrazione italiana si prepara a fare analoga richiesta alle banche dei paesi con i quali e? stato di recente stipulato un trattato per lo scambio di informazioni, in prima fila Svizzera, Monaco e Liechtenstein. Oltre che naturalmente la Repubblica del Titano, che come noto non ha piu? segreti.

L’atteggiamento infatti di coloro che erano additati come paradisi fiscali e? molto diverso oggi e la parola d’ordine e? trasparenza. Anche a San Marino il rischio di essere accusati di riciclaggio e? diventato il vero spauracchio. In Italia e in Europa sono sempre piu? frequenti i correntisti che si sono visti bloccare i propri conti fino a che non saranno in grado di dimostrare di averli regolarizzati dal punto di vista fiscale. In Repubblica, anche di recente, sono stati confiscati svariati milioni di euro dopo condanne definitive per riciclaggio e questi soldi sono tornati a disposizione della comunita?. Fatto sta che l’Italia con la voluntary ha un obiettivo chiaro e preciso: fare cassa. In questa direzione va la proroga al 30 novembre concessa con il decreto legge 153/2015.

Ed ora, anche attraverso l’imponente campagna mediatica in atto, ad approfittare dell’ultima finestra concessa potrebbero essere molte decine di migliaia di contribuenti. Se i tempi pero? appaiono stretti, molti al contrario sono i furbetti. Ecco allora che il parlamento italiano sta pensando ad emendamenti allo stesso decreto legge di cui sopra, per spostare ancora piu? in la? il termine della regolarizzazione. Voci di corridoio parlano del 30 giugno.

Addirittura – e questa e? la vera novita? – gli addetti ai lavori sono pronti a scommettere su un meccanismo di voluntary permanente: insomma diventerebbe sempre possibile “scudare” nei tempi e nei modi che verranno individuati dal legislatore italiano. Notizia questa che necessiterebbe di un approfondimento da parte della politica e dei tecnici sammarinesi, in quan- to potrebbe aprire diversi fronti e possibilita?, non necessariamente negativi.

A cominciare dal fatto che a “sopravvivere” sarebbero solo quei soggetti ed istituti pienamente in regola e che lavorano in chiaro, con progetti ed investimenti seri. Sempre sul fronte fiscale intanto, si segnala il protocollo che modifica la Convenzione
tra la Svizzera e l’Italia, che ha riformulato l’art. 27 dell’Accordo, avente ad oggetto lo scambio di informazioni tra i due stati, ricomponendolo sulla base dell’art. 26 del modello Ocse che regola lo scambio di informazioni tra le amministrazioni fiscali degli stati contraenti.

Potendo cosi? richiedere taluno stato informazioni fiscali sui propri contribuenti. Tutte cose gia? “viste” a San Marino. Ora tocca agli altri mettersi in regola.

David Oddone, La Tribuna