“Buongiorno, non so se ho capito bene, mi era sembrato che si era raggiunto un accordo con Amazon per consegnare a San Marino. Ho provato a fare un ordine, ma risulta che non possono consegnare da noi e nemmeno spedire”. Vige decisamente un po’ di confusione, e frustrazione, fra la gente per quanto riguarda la questione Amazon.
Nei giorni scorsi, a cavallo del cambio di anno, i media hanno rilanciato la notizia dell’entrata nel vivo del progetto con Amazon Web Services, che riguarda però la digitalizzazione del Paese. Il Congresso di Stato ha di recente deliberato per definire una serie di aspetti che porteranno, a livello operativo, alla realizzazione della nuova piattaforma informatica in collaborazione proprio con Amazon, ma anche VMware. Un soddisfacente risultato per la Segreteria di Righi, che nei mesi scorsi aveva lamentato rallentamenti dovuti al cosiddetto “fuoco amico”.
Parliamo di fatto di un sistema “cloud nazionale” per gestire dati, processi di innovazione tecnologica e di sviluppo. Sarà possibile, ha spiegato alla SmTv lo stesso Segretario all’Industria, “accedere a nuovi servizi a favore di aziende e cittadini. L’infrastruttura centralizzata sarà messa a disposizione anche delle piccole e medie imprese che avranno, quindi, accesso alle migliori tecnologie per essere più competitivi sul mercato. Svilupperemo anche un registro unico delle attività economiche: una piattaforma di comando e controllo che permetterà di prendere decisioni analizzando dati in modo puntuale”.
Insomma nulla a che vedere coi “pacchi” e con la loro spedizione. In futuro è certamente possibile che la collaborazione con Amazon possa estendersi e agevolare le consegne, ma a quanto pare almeno per ora, e nonostante le rassicurazioni e promesse di lunga data del governo, i sammarinesi non possono ancora usufruire in territorio dei servizi di Bezos, come emerge chiaramente dalla conversazione in foto con un operatore del colosso dell’e-commerce online.
Resta in piedi, come detto, la partita relativa ad Amazon Web Services, con le preoccupazioni di chi vede in questa svolta tecnologica una possibile perdita di sovranità e un rischio per la sicurezza delle informazioni, rinviate prontamente al mittente. “Non viene intaccata la sovranità e non vengono intaccati i dati strategici – ha avuto modo di puntualizzare Righi alla SmTv -. Si potranno utilizzare infrastrutture con certificazioni di sicurezza infinitamente superiori rispetto a quelle a cui siamo abituati”. Nella prima parte del 2024 dovrebbero arrivare i primi risultati, prevede il Segretario, ai quali seguirà un percorso di formazione per gli operatori del sistema. Per i “pacchi” invece si deve ancora attendere.
David Oddone
(La Serenissima)