San Marino, via libera all’Istanza d’Arengo contro la maternità surrogata: Aula spaccata, 25 i voti favorevoli

Ultima giornata della sessione consiliare di settembre segnata da un voto destinato a lasciare traccia: il Consiglio Grande e Generale ha approvato ieri l’Istanza d’Arengo che chiede di introdurre a San Marino il reato universale di surrogazione di maternità. La decisione è arrivata dopo un dibattito intenso, che ha attraversato gli schieramenti e non si è limitato alle tradizionali divisioni tra maggioranza e opposizione.

Il Segretario di Stato Lonfernini si era espresso a favore della proposta, mentre posizioni critiche erano arrivate dai consiglieri del PSD, di Libera e dall’indipendente Giovanna Cecchetti. In particolare, Tomaso Rossini (PSD) aveva invitato a distinguere tra sfruttamento e solidarietà, richiamando il tema della libertà personale e laicità dello Stato, pur ribadendo la necessità di contrastare ogni forma di commercializzazione.

Diversa la visione di Marino Albani (PDCS), che ha sostenuto come l’“utero in affitto” non possa essere considerato solo una questione di autodeterminazione, ma piuttosto un commercio del corpo. Fabio Righi (DML) ha insistito sugli aspetti etici, sottolineando che il corpo umano non può essere ridotto a merce e proponendo l’adozione come alternativa concreta.

Alla fine la votazione ha sancito l’approvazione: 25 voti favorevoli, 10 contrari e 2 astenuti.

Nella stessa seduta è stata discussa l’ultima delle dodici Istanze d’Arengo all’ordine del giorno: la richiesta di sospendere l’iter legislativo che eliminerebbe l’obbligo, per i cittadini naturalizzati, di rinunciare alla cittadinanza d’origine. Anche su questo punto si sono registrate sensibilità diverse all’interno della stessa maggioranza. L’istanza, presentata dal Comitato civico per la cittadinanza, ha bollato come “irresponsabile” la scelta del Governo di procedere con tale riforma.

Con questi due passaggi l’Aula ha chiuso la sessione di settembre, lasciando aperto un fronte delicato di confronto politico e sociale destinato a riaccendersi nelle prossime settimane.