San Marino. Vicenda Stratos-CIS, sempre più dubbi sul ruolo di RF: coincidenze, telefonate, “accorati consigli”, interventi parlamentari…  di Enrico Lazzari

Repubblica Futura ha molte cose da spiegare… O, meglio, per essere precisi e non avventati, alcuni esponenti di quel partito nato sulle ceneri di Alleanza Popolare sembrano avere delle cose da spiegare, sia ai cittadini sia, forse, ai loro compagni di partito.

Dopo la testimonianza del Presidente di Banca Centrale, Catia Tomasetti; dopo la “non smentita” da parte di Nicola Renzi (Rf) di forse farlocchi “screen” Whatsapp in cui lo stesso sembrava “prendere ordini” dall’imprenditore Marino Grandoni, azionista di Banca Cis; dopo la testimonianza di Federico D’Addario, l’udienza di ieri si è abbattuta nuovamente su alcuni esponenti di Repubblica Futura, alimentando nuovi dubbi sulle azioni condotte nell’estate 2019 da alcuni suoi esponenti. Precisamente, dall’allora Segretario di Stato alla Cultura Marco Podeschi , dal Segretario agli Esteri Nicola Renzi (attraverso l’utenza telefonica intestata al padre Vladimiro) e dall’allora Presidente di RF Mario Venturini. 

E qui va aperta una breve parentesi: l’utenza delle telefonate non è intestata a Nicola Renzi, ma l’Ispettore Paolo Morri -ed è agli atti del processo- ha precisato: “Per opportuna conoscenza si precisa che in base alle anagrafiche presenti nella documentazione trasmessa dalla Procura di Bologna, il numero di utenza mobile in uso a Nicola Renzi (nella rubrica del telefono cellulare di Alberto Buriani, Nicola Renzi è presente con il numero 335******9) risulta intestato al padre Vladimiro Renzi…”.

Chiudiamo la parentesi dopo aver capito perchè quelle telefonate sono ascritte all’ex Segretario di Stato agli Esteri e torniamo all’udienza di ieri. Sul banco dei testimoni l’allora Segretario di Stato agli Interni Guerrino Zanotti, ieri mattina, come raccontato eloquentemente su queste stesse pagine (clicca qui), incalzato dall‘avvocato Filippo Cocco, ha gettato nuove ombre su quella stessa forza politica che, attraverso alcuni suoi Segretari di Stato e alcuni personaggi di vertice, sembra aver avuto un ruolo attivo nelle controverse vicende consumatesi attorno al piano di acquisizione di Banca Cis da parte del gruppo lussemburghese Stratos. Acquisizione, si ricordi, poi naufragata definitivamente nell’estate del 2019 a causa -o per merito- dell’intransigenza di Banca Centrale e del suo organismo di Vigilanza.

Teniamo a mente questa data: 21 luglio 2019, giorno in cui -dopo aver preso atto dell’assenza di garanzie finanziarie da parte di Stratos e nell’Assemblea di tre giorni prima, i 19 milioni di crediti vantati da Bcsm nei confronti di Cis sono stati trasformati in capitale- si è disposta la risoluzione di Banca Cis.

Ora torniamo al processo, all’udienza di ieri. Come un fulmine a ciel sereno l’Avv.Filippo Cocco “ha sventolato” -metaforicamente s’intende- dei tabulati telefonici acquisiti dall’Ispettore Morri, in cui si evidenziano contatti fra esponenti di Repubblica Futura e il Commissario della Legge Alberto Buriani, il quale pochi mesi prima aveva “indagato” la Presidente Tomasetti (unitamente all’Onorevole Sandro Gozi) e, in seguito, questa indagine sarebbe stata usata -almeno secondo la sensazione della Presidente- come forma di pressione dall’ex Segretario di Stato Simone Celli verso la stessa Tomasetti.

Già unendo i “puntini” disseminati in precedenza qualche dubbio, o peggio sospetto, sul ruolo che il Commissario della legge e alcuni esponenti politici di RF -oltre che Celli- possano aver avuto a margine della vicenda Stratos-Cis appare giustificabile. Dubbi, nulla più. Ombre… Ma ombre che anziché schiarirsi, udienza dopo udienza, testimonianza dopo testimonianza, si scuriscono sempre più.

Così, dopo aver trovato conferma dal testimone, Zanotti, che della vicenda Stratos-Cis il governo non si interessava direttamente e che l’unico incontro fra Governo e Buriani fu un “vertice” tenuto a Palazzo Begni fra lo stesso Giudice e i Segretari alle Finanze, Eva Guidi, e agli Interni, Zanotti, incentrato sull’indagine che vedeva indagata la Presidente di Bcsm e che preoccupava un po’ il governo, L’Avv. Cocco ha indirettamente svelato un serrata serie di telefonate fra alcuni esponenti di RF e il Commissario della legge.

Ricordate la data della risoluzione di Banca Cis? 21 luglio 2019… Praticamente lo stesso periodo di queste telefonate fra Podeschi, Venturini, probabilmente Nicola Renzi e il Commissario Buriani: la prima il 14 luglio 2019, l’ultima il 30 luglio.In 15 giorni molte telefonate”, ha evidenziato il Legale.

Ad aprire le “danze”, alle ore 11:19 del 14 luglio, è una “chiacchierata” telefonica fra Buriani e l’utenza intestata a Vladimiro Renzi, padre del Segretario di Stato Nicola Renzi. Forse cade la linea, perchè tre minuti dopo i tabulati rivelano una seconda chiamata. Poi, fra i due, silenzio “radio” fino alle 8:44 del 24 luglio e, almeno in quel periodo, nulla più.

Non pressanti neppure i contatti fra Marco Podeschi e il giudice, visto che dagli stessi tabulati risultano solo due contatti telefonici: il primo alle 12:31 del 18 luglio e l’ultimo addirittura il 13 agosto.

Più particolari, invece, le telefonate che hanno “collegato” Mario Venturini con il Commissario della legge, ben 12 nei giorni 19 e 30 luglio, tre il 19 e ben nove il 30, la prima alle 14:40 e l’ultima alle 15:10… Possibile che sia caduta la linea per ben otto volte? Chissà…forse messaggini?

Coincidenza vuole che questo incremento di contatti telefonici fra i personaggi in questione e il Giudice sia concomitante al momento clou per il destino di Banca Cis. Coincidenza… Ma iniziano ad essere un po’ tante queste coincidenze, soprattutto alla luce dell’accorato “consiglio” che Simone Celli avrebbe dato alla Tomasetti in un incontro tenuto settimane prima a Roma, invitandola ad “avvicinarsi” a Nicola Renzi e Mario Venturini… Anche qui -coincidenza- in un momento delicato del confronto Stratos-Bcsm.

Ma se Banca Cis è stata oggetto di risoluzione il 21 luglio, dove sta la coincidenza per le telefonate avvenute successivamente quella data e, segnatamente, quelle di Mario Venturini, ben nove delle 12 totali, fatte il 30 luglio? Una domanda lecita, visto che all’apparenza, dopo il 21 luglio, la questione Stratos-Cis sembrva chiusa. Ma appariva tale, in realtà non lo era del tutto, almeno formalmente e negli intenti della stessa Stratos che, successivamente a quella data, manifestò -pare informalmente- l’intenzione, la disponibilità ad acquisire il pacchetto azionario del Cis anche dopo la sua risoluzione. La vicenda, quindi, almeno nelle speranze di chi premeva per il buon fine di quell’operazione finanziaria, non era chiusa del tutto il 21 luglio 2019.

Anche le telefonate fra Venturini e Buriani del 30 luglio, quindi, “suonano” come una coincidenza temporale che meriterebbe approfondimenti, perlomeno politici.

In quel periodo, comunque, governance ed eventuali “amici” politici di Banca Cis, erano stretti fra due fuochi. Da una parte lo stallo del piano di cessione dell’istituto di credito e il sempre più vicino rischio di risoluzione, dall’altra il progetto di legge di Libera che mirava ad introdurre azioni di responsabilità anche ai soci di una banca in caso di fallimento della stessa. Norma poi introdotta nonostante -altra coincidenza- la strenua opposizione politica di Repubblica Futura, dai cui banchi -nel relativo dibattito- si arrivò a snocciolare una sorta di parere tecnico adducendo l’incostituzionalità della normativa presentata da Libera sulle azioni di responsabilità per i soci di istituti bancari finiti in bancarotta.

E sull’azione politica ufficiale di alcuni esponenti di Repubblica Futura non serve usare prudentemente i condizionali: alle posizioni avverse rivelate a più riprese e sotto giuramento dalla Tomasetti verso la stessa Presidente Bcsm negli organismi che univano tecnici e politici, si unisce la netta e decisa contrarietà al progetto di legge che ha poi introdotto una responsabilità in solido per i soci delle banche.

Ma, vien da chiedersi, seppure ogni posizione politica, in quanto tale, è legittima, Repubblica Futura perseguiva l’interesse collettivo -la norma voluta da Libera permette allo Stato di recuperare almeno parte del buco che si viene a creare con il crack di una banca- o quello dei banchieri di istituti in difficoltà? Un altro dubbio, nulla più…

Ma come le coincidenze, anche i dubbi sul ruolo che alcuni esponenti di spicco di Repubblica Futura possano aver avuto in questa controversa vicenda e in quel particolare periodo, udienza dopo udienza, testimonianza dopo testimonianza, aumentano inesorabilmente…

Perchè non iniziare a dissolverli? Magari iniziando dalla fine, ovvero con la spiegazione dei motivi di quelle non sporadiche telefonate, in quei 15 giorni chiave per il futuro di Banca Cis, fra Mario Venturini, Marco Podeschi, Nicola Renzi e il Giudice Alberto Buriani?

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari