Vicenda surreale e complicatissima, perché piena di errori da parte del giudice sammarinese Di Bona e dell’ex giudice Marsili.Per far capire ai lettori di cosa stiamo parlando occorre fare un passo indietro e non fare solo la cronistoria di quando è simpaticamente successo ieri in Tribunale dove c’è stata un udienza di terza istanza con il giudice delle regole Emiliani, il procuratore del Fisco Cesarini, Vincenzo Esposito e i suoi due avvocati difensori Cocco-Selva.
Tutto inizia con una rogatoria su Vincenzo Espostito, già arrestato, dalla Procura di Napoli verso San Marino. La vicenda è l’operazione ”Dual Broker” che che nel giugno del 2010 aveva portato a dieci ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Napoli, per un giro di fatture false, con la contestazione di Iva evasa per 80 milioni. Una vicenda che vedeva come principale indagato Luigi Di Fenza.
Il 3 giugno 2010, nell’ ambito dell’operazione denominata «Dual Broker», la Guardia di finanza aveva sequestrato beni mobili ed immobili e ben 56 conti correnti per un totale di circa 6 milioni di euro. Il giro di fatture false – realizzato attraverso una rete di società fittizie dagli specialisti in frodi fiscali a partire dal 2003 – ammonta a circa 400 milioni di euro, l’ Iva evasa ammonta a circa 80 milioni di euro. Gli arrestati trasferiti in carcere sono: il ragionier Luigi Di Fenza, 56 anni, Napoli e, Isidoro Costagliola, 54, entrambi di Napoli. Avevano ottenuto gli arresti domiciliari: Deborah Avallone, 32 anni, Raffaele Carretta, 30, Remo De Chiara, 25, Ferdinando de Cristofaro, 54,Gaetano Esposito, 22, Giuseppe Esposito, 20,Vincenzo La Porta, 37, tutti di Napoli, e Vincenzo Esposito, di Maddaloni (Caserta). La frode fiscale – coordinata, secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza – dal ragionier Lugi Di Fenza si basava su numerose società di comodo amministrate da «teste di legno», con sedi in diverse regioni italiane ed all’ estero, e create al solo scopo di acquistare ingenti quantitativi di prodotti tecnologici senza pagare le imposte. L’ organizzazione sfruttava anche operatori commerciali attivi nella Repubblica di San Marino.
La rogatoria di Napoli va al Giudice Marsili che gira la richiesta all’AIF per sapere se questo Vincenzo Esposito ha dei conti correnti a San Marino.Ne trovano diversi per un totale di 4,7 milioni di Euro. Ma CLAMOROSO non è lo stesso Vincenzo Esposito di cui parla e che chiede la procura di Napoli, peraltro arrestato nell’operazione!
Marsili non se ne accorge e va giù come un treno. Sequestra i soldi di un’altro Vincenzo Esposito che non c’entra nulla con la vicenda DUAL BROKER (le date di nascita sono diverse – scriverà Emiliani – in una sua disposizione lasciando attonito il Giudice Marsili!)
Ma attenzione c’è un contatto (familiare) tra Vincenzo Esposito (a Napoli molti si chiamano così, diciamo) e Giacomo Esposito. Lui, Giacomo, si indagato nell’Operazione Dual Broker. Vincenzo Esposito dirà infatti, all’AIF, che solo una parte di questi soldi sono del fratello. Ovvero solo circa 500.000 euro, e ovviamente sono solo quelli da sequestrare eventualmente.
Ma la cosa va avanti, anche in maniera alquanto bizzarra. Da lasciare attoniti per chi si fida della giustizia sammarinese.
Dopo il sequestro da parte del Giudice Marsili (errato perché non si tratta dello stesso Vincenzo Esposito, ma di altra persona con lo stesso nome ma diversa data di nascita) la difesa Cocco-Selva fa opposizione al sequestro errato. E chiede al Giudice delle Regole, ovvero di Terza Istanza, di annullare tale errore e di revocare il sequestro all’altro Vincenzo Esposito (quello che non c’entra nulla con la vicenda Dual Broker).
A presentare ricorso in terza istanza il 5 marzo del 2013 erano stati gli avvocati Filippo Cocco di Rimini e Maria Selva di San Marino per conto del loro assistito, appunto Vincenzo Esposito.
Emiliani invece di annullare tutto, esorbitando le sue attribuzioni di Giudice delle Regole – dirà Cocco in udienza facendo piccare lo stesso giudice) da altri 60 giorni – per rimettere apposto il fascicolo – al poco attento ex Giudice Manlio Marsili.
E quindi Emiliani da altri due mesi di tempo a Marsili, con scadenza alla fine di Giugno, per sistemare questo errore. Marsili però lascia passare il termine dei due mesi e al 61° giorno il duo di avvocati (Cocco e Selva) fa l’istanza di revoca del sequestro dei 4,7 milioni di euro. Presentano l’istanza sempre al Giudice Emiliani, giudice di terza istanza.
E’ importante far notare che Emiliani non pensa che Vincenzo Esposito (il fratello di Giacomo) sia uno stinco di santo, anzi, però – dice – non ci sono elementi probanti di reato che convalidino il sequestro dei 4,7 milioni di Euro. Nella sentenza Emiliani, infatti, entra anche un po’ nel merito dell’indagine per riciclaggio e scrive che “la situazione appare gravata da forti indizi di reità, però, nonostante dati “taluni dei quali fortemente indizianti, rimane – scrive Emiliani – tuttora dubbia la possibilità di ricavare dai fatti accertati tutti gli elementi essenziali di un’attendibile ipotesi di riciclaggio”.
In aggiunta scrive che “le prove di cui dispone l’inquirente avvicinano, ma ancora non saldano fra loro le concrete ipotesi criminose” e “i supposti fatti di ricilaggio realizzati a San Marino”. E poi ci sono anche altri fattori che secondo il giudice di terza istanza rendono “precaria la tenuta complessiva dell’imputazione per riciclaggio” e tra i diversi che elenca c’è anche “la mancanza di concreti atti d’indagine da parte dello stesso inquirente”. (parla di Marsili).
Detto questo lo stesso Emiliani gira la patata bollente al Giudice Laura Di Bona, in quanto Marsili non avendo ottenuto il gradimento del Consiglio Giudiziario al termine dei tre anni non è più Giudide a San Marino (guarda un po’).
Il Giudice Laura Di Bona, ora titolare del fascicolo, invece di intervenire e dissequestrare il denaro di Vincenzo Esposito (fratello di Giacomo ma non quello della Dual Broker) commette il secondo errore.
Infatti risequestra – NUOVAMENTE – i 4,7 milioni di euro di Vincenzo Esposito (fratello di Giacomo) e dissequestra i soldi (alcuni milioni di euro) di Giacomo Esposito, quello invece veramente indagato per l’operazione Dual Broker! Quei soldi invece dovevano rimanere sequestrati!
UN DISASTRO!
Quindi al ”nostro” Vincenzo Esposito, mai indagato a Napoli, hanno sequestrato per due volte – impropriamente – gli stessi soldi (4,7 milioni di euro). Ed al suo fratello Giacomo Esposito, indagato ed arrestato nella vicenda Dual Broker, invece hanno dissequestrato – impropriamente – i soldi frutto di reato!
Questi sono errori – sia della Di Bona che di Marsili – che una giustizia – se si chiami tale – non dovrebbe mai commettere! Sono errori talmente grandi e marchiani che chi li fa si dovrebbe immediatamente dimettere per incapacità! Manifesta!
Ricordiamo a tutti i lettori che il Giudice Di Bona è lo stesso Giudice della Vicenda Exit, dove il sottoscritto fu archiviato in maniera maldestra per un fatto che si è provato non aver mai commesso. Sempre per lo stesso caso la Di Bona fu denunciata dal sottoscritto ed avviata una causa di responsabilità civile presso il Tribunale della Repubblica di San Marino. La stessa causa è ferma perché guardacaso da ben sei anni manca il giudice dei giudici, cioè che possa condannare/assolvere gli stessi giudici che – come in questi casi – hanno agito in malo modo.
Chi deve pensare alla nomina del Giudice dei Giudici? La politica.
Buona giornata
Marco Severini – Direttore del Giornale.sm