San Marino. Violenza di genere, accusato il segretario politico di LIBERA Matteo Ciacci. Dissidi e malumori all’interno del partito

Matteo Ciacci, leader di LIBERA

Il più grande partito di sinistra sta attraversando quella che è forse la crisi più importante dalla sua nascita, avvenuta dalle ceneri della disastrosa esperienza governativa di Adesso.SM.

Uno dei propositori e fondatori del partito LIBERA è accusato, e probabilmente vi è anche un procedimento penale in corso, di violenza di genere perchè avrebbe, il condizionale è d’obbligo in questi casi, alzato le mani contro la sua compagna. Usato violenza contro una donna: un’onta gravissima per chiunque ma ancora di più per chi è un personaggio pubblico, votato dai cittadini per amministrare la cosa pubblica ed essere d’esempio per tutti.

xAll’interno di Libera però le cose non sembrano essersi tranquillizzate dopo i sinceri, corretti ed apprezzati interventi dei consiglieri Muratori e Guidi (entrambi pubblicati nella giornata di ieri da GiornaleSM – DIRE non è riuscita a relazionare quanto è successo in Consiglio per problemi tecnici). Interventi che dimostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, che entrambi sono una garanzia di serietà, persone per bene e forse più che una speranza per Libera di riuscire a superare questo impasse.

Nei coraggiosi interventi di entrambi gli esponenti di Libera (capisco lo stato d’animo di questi momenti) vi è stata la ferma condanna della violenza di genere; un caposaldo – per assurdo – dei valori fondanti di Libera che cozzano pesantemente, purtroppo, con l’attuale cronaca. 

E proprio per questo che già da lunedì in Libera ci sono alcuni aderenti al partito ed alcuni consiglieri che hanno presentato le loro rimostranze alla direzione dello stesso partito; membri che non ci stanno e non vogliono farsi rappresentare da chi è accusato di violenza alle donne, una ignominia per qualsiasi partito politico. Qualsiasi, ma ancora di più per chi del rispetto per le donne ne ha fatto una bandiera com’è Libera.

E’ la famosa legge del contrappasso, che ancora una volta sembra essersi realizzata.

E’ probabile che lo stesso partito di Murata, o la base dello stesso, non riesca realmente a pensare o ad accettare di vedere per mesi, se non per anni, il proprio maggior esponente costantemente presente nelle cronache giudiziarie o negli editoriali politici o che lo stesso parli di rispetto, condanni le violenze e/o che porti avanti istanze politiche per Libera con lo scheletro, relativo a fatti di violenza, nel suo armadio. Un armadio che Libera, inevitabilmente, dovrebbe condividere pur non avendo colpe.

Libera perderebbe indubbiamente consensi e lo stesso Ciacci non avrebbe quell’efficacia e libertà nell’azione politica che si richiede ad un leader di un partito, seppur di opposizione.

Un passo indietro sembra scontato.

Spiace dirlo ma è probabile che l’esperienza politica di Matteo Ciacci, almeno per ora, sia finita qui; poi è giovane e si può rifare, ma di certo guidare un partito che professa rispetto, parità di trattamento e difesa dei più deboli con un’accusa così importante è certamente dura se non durissima o impossibile.

A Matteo, e a Libera in questo caso, i migliori auguri.

/ms