San Marino. Violenza di genere: istituzioni non solo siano, ma appaiano anche in grado di dare risposte – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

Gli spunti per questa rubrica come è giusto che sia arrivano spesso e volentieri dalla quotidianità. La stoccata di un amico sulla possibilità di finire in “zona rossa” e dover restare chiusi in casa come ai tempi del lockdown generalizzato mi ha dato la possibilità di riflettere. La battuta riguardava il fatto di doversi sorbire la moglie H24. Conoscendo lui e la consorte posso tuttavia testimoniare che il problema sarebbe semmai di quest’ultima. La leggerezza dell’incipit dell’articolo fa da contraltare purtroppo a un argomento delicatissimo e di stretta attualità. Il doversi trovare per forza di cose chiusi in casa rappresenta per qualcuno un inferno. La cronaca a San Marino come in Italia, racconta di casi di violenza contro le fasce più deboli, donne e minori, che il Covid sta acuendo rendendo più difficoltoso un possibile intervento. Durante il mio lavoro di giornalista mi sono spesso imbattuto in questo tipo di vicende. Ed esiste un comune denominatore che riguarda le vittime. Praticamente tutte hanno paura di denunciare per due ordini di motivi: pensano di provocare una reazione ancora più scomposta da parte del proprio aguzzino e allo stesso tempo di non avere una protezione adeguata da parte delle istituzioni. Istituzioni che hanno un dovere importantissimo, ovvero quello non solo di essere, ma anche di dare la percezione di avere la situazione in mano, di non fare sconti a nessuno e dunque di non coprire determinare situazioni e protagonisti. Se non passa il messaggio corretto, si rischia ancora più sommerso di quanto non ve ne sia già e le conseguenze possono diventare drammatiche. Per ogni donna che trova il coraggio di uscire allo scoperto, ce ne sono decine che si tengono tutto dentro, vanificando ogni possibile azione e subendo magari anni di botte e vessazioni prima di rompere la catena. E sappiamo sin troppo bene che a causa dei ritardi negli interventi e aiuti c’è chi perde la vita. Non sono qui a puntare il dito su questo o su quell’altro, anche perché non ho elementi per farlo. Mi limito soltanto a sottolineare come l’aspetto psicologico nella violenza di genere sia quello più importante. Se in una comunità piccola come può essere quella sammarinese si comincia ad avere la sensazione che qualcuno possa godere dell’impunità rischiamo di tornare indietro di anni. E non ce lo possiamo permettere dopo tutto l’impegno profuso da associazioni, forze dell’ordine, tribunale e politica per fornire supporto e leggi adeguate. Teniamolo bene a mente alla vigilia di una data importantissima, quella del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”