
Insulti, offese, brutte parole. Maltrattamenti verbali nei confronti degli ospiti della casa di riposo dell’ospedale di Stato. La direzione dell’Iss ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di un operatore Ota (operatore addetto all’assistenza), probabilmente una donna, impiegato nella casa di riposo. Il caso è stato segnalato ieri al Tribunale per avviare il procedimento penale, tramite la consegna di una relazione. Perché «si prefiggono reati secondo la legge n.87 del 2008, quella della violenza di genere, in cui rientrano anche le violenze ai danni delle personi affidate alle cure di altri». A dare notizia dell’accaduto è il direttore generale dell’Istituto per la sicurezza sociale Bianca Caruso, insieme al direttore sanitario Dario Manzaroli, al segretario di Stato alla Sanità, Francesco Mussoni, e a Cinzia Cesarini, dirigente del Servizio anziani. Il dipendente Iss, per il quale è stato avviato un procedimento disciplinare con sospensione immediata, assumeva «atteggiamenti perpetuati contro alcuni ospiti non idonei al proprio ruolo», spiega il direttore Caruso. La violenza rivolta verso gli anziani era di tipo psicologico-verbale: «E’ già maltrattamento — puntualizza il direttore Iss — non pensate siano state prese misure eccessive». Il fenomeno della violenza sugli anziani è in crescita, spiega Caruso che cita Abuel, uno studio di sorveglianza compiuto su 5 mila soggetti in 7 Paesi europei: tra questi l’Italia ha la percentuale più bassa di maltrattamenti, il 13% contro un 30% raggiunto in nord Europa, ma «la discriminazione della terza età esiste e fenomeni di degenerazioni non vannonascosti ma portati alla luce del sole». La dirigente esprime quindi apprezzamento nei confonti di due collaboratori e di Cesarini «perché sono intervenuti subito acircoscrivere e fermare il fenomeno». Quindi le rassicurazioni per i familiari: «Non ci si deve preoccupare, i provvedimenti sono stati presi immediatamente, la struttura ha standard qualitativi elevati di cui andare fieri». A confermarlo la direttrice del Servizio anziani: «Appena mi è giunta notizia di un Ota che si è comportato in modo anomalo — spiega — prontamente ho deciso di collocarlo in modo che fosse più vigilato, oltre a darne comunicazione al direttore generale». Quindi il direttore sanitario e il segretario di Stato rivendicano come positivo il non aver nascosto la vicenda da parte dell’Iss. «La scelta di intervenire d’urgenza e rendere pubblico il fatto è importante — sottolinea Manzaroli — l’opinione pubblica può avere elementi di certezza sulla serietà in cui si opera». Per Mussoni la trasparenza è un dovere morale: «E’ la prima volta che accadono questi fenomeni nella storia della casa di riposo e li vogliamo contrastare con forza».