Il caso occorso alla donna convivente massacrata di botte dal 35 enne di Fiorentino ha innescato dapprima sbigottimento e incredulità tra i sammarinesi. Giornale.sm essendo stato il primo a pubblicare la notizia e a diffonderla sia sulla rete che sui social (Twitter e Facebook) ha potuto constatare l’umore dei cittadini del Titano.
A molti non è andato giù, ed i commenti sono stati molto pesanti, che il 35enne non abbia fatto nemmeno un giorno di carcere, stante la reale reiterazione del reato – tuttora, mentre il medico molestatore Pietro Berti, dopo un mese, è ancora agli arresti. Anzi forse per lui è arrivata l’ora della sua scarcerazione!
Molti hanno commentato, per il caso della violenza sulla donna convivente, in maniera aspra ed alcune donne hanno testimoniato che a San Marino, nella civilissima San Marino, le violenze siano o siano state una condotta praticata, diffusamente, dai loro compagni.
Questi i commenti più importanti e significativi:
– non l’arrestano e il processo e fra due anni???? aaah ho capito aspettano che lui si vendichi uccidendola, non sarà così, ma lasciarlo libero é assurdo!!!
– Questo ha i fucili a casa. Ed è libero. Mentre la compagna massacrata di botte. Ma che leggi ci sono quassù? ? Peggio che in Italia
– Il nome? Che senso ha nascondere all’opinione pubblica il nome di un violento?
– Siamo molto protette e tutelate a San marino.!!!!!!
– Che schifo…..
– scrivete il nome di sto molto conosciuto…visto quello che ha fatto si deve sapere chi è sta merda…e complimenti per la legge che abbiamo…poi grossi paroloni sulla violenza alle donne…complimenti…
– giornale.sm sempre sulla notizia alla faccia di chi vuole regolamentare un informazione che esiste esclusivamente grazie a questa testata.
E proprio da questo ultimo commento che vogliamo far riflettere i sammarinesi su come la legge anti-Severini sull’editoria promossa dal Segretario di Stato Iro Belluzzi sia iniqua e creata solo per impedire che Giornale.sm possa partecipare alle varie conferenze stampa istituzionali e solo perché gli si possa impedire di fare le domande, ed informare, i cittadini. Non a caso il Segretario Arzilli non ha ancora risposto alle nostre 10 domande, tra le quali quella più importante riguarda il fatto di sapere se lui o la sua famiglia è debitrice di imposta monofase e, cioè quindi se anche il loro debito è da annoverare tra i 188 milioni di euro di monofase – aumentato a 192 – che lo Stato non incasserà mai.