San Marino. Viva la Repubblica Viva la Liberta?. L’arresto di Gatti e gli eroi della rivoluzione. … di David Oddone

David OddoneStando a San Marino da tanti anni, non mi stupisco piu? di niente.

Eppure si susseguono quasi alla velocita? della luce, fatti che fanno ulteriormente vacillare le mie certezze sulla professione di giornalista. Siamo strumentalizzati? Siamo strumentalizzabili? Crediamo davvero in quello che facciamo? Quanto e? importante la deontologia? Certe verita? valgono solo per gli altri?

Tante domande, alle quali non pretendo certo di dare una risposta io. Prendo spunto dalla lettera pubblicata a pagina 11, scritta da una persona molto vicina al Papa. Una persona che – come traspare con chiarezza – ama tantissimo sua Santita?. Perche? e? uscita una notizia “falsa” sul Pontefice? E anche se fosse vera, e? giusto fornire notizie sullo stato di salute di una persona, per quanto “nota”? Prendi dieci persone, dieci risposte diverse.

Anche perche?, diciamocela tutta, ormai dietro il cosiddetto “diritto di cronaca” noi professionisti dell’informazione mettiamo dentro di tutto e con esso giustifichiamo tutto e il contrario di tutto, abusando molto spesso di una legittima liberta? per la quale i nostri nonni hanno dato la vita. Ho conosciuto a San Marino e ho avuto l’onore di intervistare Cangini, direttore del Qn. Persona per la quale nutro stima e la cui statura professionale non puo? essere messa in discussione.

Certamente non dal sottoscritto.

Non ho dunque dubbi che il Qn prima di uscire con la notizia del tumore del Papa abbia fatto tutte le verifiche necessarie. Ma se fosse stato ad esempio un vescovo – o una congregazione di persone – con secondi fini a fomentare lo “scoop” e magari quella notizia fosse stata costruita e fatta circolare ad arte? Il giornalista, in questo caso, sarebbe pure lui vittima. Perche? il politico, piuttosto che l’imprenditore, e? “amico” del gior- nalista solo quando gli conviene.

Il giornalista in realta? e? sempre strumentalizzato: si chiama gioco delle parti. L’importante e? esserne consapevoli, altrimenti si crea un grosso problema.

Sul Titano di problemi ce ne sono tanti e difficilmente il solo codice deontologico potra? rappresentare uno “scudo” contro la mitomania di qualche personaggio, convinto di essere il piu? bello, il piu? bravo e il piu? pulito.

Resto di stucco ad esempio nel vedere la violenza con la quale e? stato condannato chi ha pubblicato la foto di un morto in strada. Perche? questi stessi “violenti” non alzano un dito quando viene gettato il mostro in prima pagina? O quando si lucra sul dolore della gente o quando ancora si strumentalizza il lavoro della magistratura inquirente per fare cassa o vendere un paio di copie in piu?? Tra autoreferenzialita? e vero e proprio accanimento, in Repubblica ormai non si vive piu?. Si e? creato un clima ostile che certamente non favorisce in primo luogo le Istituzioni stesse.

Siano esse il Tribunale o il Parlamento. A chi giova allora tutto questo “casino”? Qual e? il fine ultimo? Quella di distogliere l’attenzione della gente per celare altri scopi e? una strategia vecchia, ma sempre funzionale e funzionante. Anche se i rischi alla fine, superano i possibili benefici.

Prendi Netanyahu che ha deciso – in questi giorni di terrorismo in Israele e nei Territori – di usare una dichiarazione scioccante per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla poverta? di proposte sue e del suo governo nel risolvere i problemi di Israele con i vicini. Questo “signore” – mai parola fu meno azzeccata nel suo caso – decide addirittura di ribaltare la storia della Shoah a scopi politici di cortissima durata: un errore che costera? caro allo Stato ebraico. Non si puo? ritenere casuale che Netanyahu abbia deciso di affermare, proprio davanti al congresso sionista, che fu il Mufti Haj Amin Al-Husseini, nel suo incontro con Hitler nel 1941, a suggerire allo sterminatore tedesco di bruciare tutti gli ebrei. Hitler – sostiene il premier israeliano e improvvisato storico della Shoah – voleva solo espellerli dall’Europa prima che un leader arabo palestinese gli suggerisse la crudele idea.

Davanti a tutto questo diventa davvero difficile dosare le parole, troppa la rabbia, la frustrazione. Eppure – con le dovutissime proporzioni – anche nell’Antica Repubblica non scherziamo.

Mi hanno raccontato che il giorno dell’arresto di Gatti, qualche eroe della rivoluzione, qualche partigiano, anzi definiamolo pure liberatore in questa guerra civile dove finalmente e? stato catturato il dittatore; con senso di giustizia, senso della Patria e soprattutto con tanto, tantissimo coraggio si e? recato fuori della casa di una parente ultraottantenne di Gabriele Gatti, strombazzando col clacson e insultandola, non si sa bene per quale colpa.

La signora ha rischiato pure di sentirsi male, non comprendendo bene che cosa stesse accadendo. Missione compiuta: viva la Repubblica, viva la Liberta?!.

David Oddone, La Tribuna