San Marino. Wargame: ombre lunghe sulla ripresa economica e sul turismo … di Alberto Forcellini

La Segreteria di Stato al Turismo presenta il calendario della prossima estate: 50 eventi, da marzo a dicembre, che coprono ben 165 giorni e toccano un po’ tutti i gusti e tutte le aspettative. È una vera e propria iniezione di fiducia e di speranza, un investimento nella ripresa economica. Ma in questo momento, si può solo incrociare le dita perché la guerra e i rincari sono l’ennesimo colpo al turismo

Dopo le ultime due stagioni segnate dal virus, infatti, pareva ci fossero i margini perché il settore tornasse a normalizzarsi. Eppure, la situazione internazionale pesa tantissimo anche negli aspetti più semplici delle nostre vite e alla domanda su quale estate dobbiamo aspettarci la risposta degli analisti è chiara: ci sarà una forte conferma del turismo interno perché la pandemia ha lasciato una grande voglia di uscire di casa e riunirsi. Per questo si dovrà iniziare a parlare di turismo di prossimità relazionale, legato a quei gruppi di amici e familiari che hanno voglia di rivedersi dopo due anni. Diverso è il discorso del turismo internazionale, per il quale serve programmazione, e che ovviamente non si sarebbe riattivato di punto in bianco. Dobbiamo capire che non dipende solo dalla Russia se arriveranno pochi tedeschi e pochi inglesi sulle coste italiane e nelle città d’arte. Molti altri fattori pesano sul turismo organizzato. C’è una fetta di mercato straniero che reggerà, ma il grosso sarà mercato interno, italiani che si muovono in Italia, per capirci.

Poi c’è il turismo dall’Est. Il conflitto in Ucraina e le sanzioni imposte dall’Occidente a Mosca fanno tremare il settore turistico italiano, già molto sofferente. Stavolta la mazzata arriva sul filone del lusso, quello che da anni è il segmento che i turisti russi alimentano. Vacanzieri che amano le mete più glam: il quadrilatero dello shopping a Milano, il mare della Versilia, la Costa Smeralda, le terme di Ischia. Tanto che nel gergo di settore vengono detti “altospendenti” o “Bigspender”, un altro modo per dire che proprio non badano a spese. Poi c’è Ischia, il Garda, la Liguria, la costa adriatica e di riflesso anche San Marino, magari per una semplice escursione, ma c’è. O meglio c’era. Le grandi strutture alberghiere hanno già disdette e prenotazioni annullate.

In epoca pre-Covid il turismo di lusso dalla Federazione russa generava in Italia 1,7 milioni di arrivi. Ora tutto il settore teme le ricadute delle sanzioni contro Mosca. Già lo scorso anno c’erano stati dei problemi per via dei vaccini, ora le questioni si complicano e si aggiungono le preoccupazioni per la tragedia umana che il conflitto porta con sé.

Le sanzioni, le ritorsioni, i rincari, le esportazioni ed il turismo sono tutti fenomeni interconnessi. La guerra tra Russia e Ucraina non si combatte fisicamente sul territorio italiano, ma coinvolge tutti su molti aspetti, tra cui quello economico. Europa e Stati Uniti hanno applicato sanzioni che hanno già avuto un impatto duro sul settore finanziario russo, che a sua volta rifletterà pesanti conseguenze anche altrove. Anche Mosca potrebbe varare, come contromossa, delle ritorsioni sempre a livello economico-commerciale innescando una spirale di effetti negativi che comunque lascerà parecchie macerie sul campo. Tutto questo sta già incidendo sul costo delle materie prime, a partire da quelle energetiche, che sta salendo alle stelle. E a livello locale ci sono già le prime stime sulle ripercussioni che il conflitto avrà sulla perdita del mercato russo per alcuni prodotti che si esportano anche verso Est.

Si sta riproponendo la medesima situazione del 2013-2014 quando la valuta salì dai 40 ai 70 rubli per euro. Rimane poi l’incognita delle sanzioni sulle importazioni. La Russia non ha filiere produttive sviluppate e dipende dalle produzioni straniere, quindi anche le esportazioni potrebbero subire pesanti ridimensionamenti.

In più c’è un quadro di fattori negativi che riguardano, oltre alla guerra, anche l’aumento dei tassi di interesse e l’incremento dell’inflazione. Tutto ciò allontana sempre più l’idea della vacanza. È ovvio che è ancora troppo presto per fare ogni tipo di valutazione, bisognerà aspettare le vacanze pasquali per avere un’idea più precisa dei movimenti turistici, almeno di quelli locali. E poi bisogna aspettare l’evoluzione del conflitto, che al momento, nonostante le trattative diplomatiche in corso, sembra non avere una fine immediata. Proprio per questo è importante che si estingua il rischio dell’accanirsi di un conflitto che nuocerà al mondo intero.

a/f