San Marino. Wei Seng Phua, Paul Phua, ricchissimo con la disponibilità di una fortuna costruita nel poker professionale

paul-phuaL’arresto di Wei Seng Phua, accusato di scommesse clandestine nell’ambito dei Mondiali di Calcio che si sono chiusi da poco in Brasile, rimbalza in Repubblica, portando a galla l’ultimo inciampo diplomatico. Il nome dell’uomo fermato lo scorso 9 luglio dall’FBI, a Las Ve gas, e ora libero su cauzione in attesa del processo, più volte è emerso nelle discussioni politiche sammarinesi.

Il cittadino malese sarebbe stato l’uomo in grado di portare, a San Marino, un favoloso resort a sette stelle della catena Aman Resort. Cinquant’anni, conosciuto nel mondo del poker come Paul Phua, è un ricchissimo allibratore asiatico che fra tavoli verdi e scommesse si è costruito una fortuna.

Una fortuna cosi tanto grande da poter pagare, per uscire dal carcere, una cauzione da due milioni di euro e lasciare in custodia ai Federali il suo jet privato da 48 milioni di dollari, e attendere il processo, fissato il prossimo 5 agosto, con una cavigliera elettronica, a casa di un medico di Las Vegas appassionatissimo di poker.

Il Dipartimento di Giustizia americano lo accusa di essere vicino alla Triade 14k, pericolosissima organizzazione criminale cinese. Per gli inquirenti sammarinesi avrebbe legami con Claudio Podeschi, l’ex segretario di Stato in carcere, a San Marino, dallo scorso 23 giugno con l’accusa di associazione a delinquere e riciclaggio.

Quello che è certo è che il suo destino, nel 2011, si incrocia con quello dell’Antica Terra della libertà sulla sua nomina ad ambasciatore e sui presunti legami con Podeschi infatti si susseguirono interpellanze e prese di posizioni. Nel giugno del 2011 l’Unione per la Repubblica attraverso l’interpellanza firmata da Giovanni Lonfernini e Pier Marino Menicucci, chiede di conoscere meglio l’ambasciatore di San Marino in Montenegro, “le sue qualità personali e professionali” per ottenere tale nomina.

La querelle con l’allora segretario di Stato agli Esteri Antonella Mularoni prosegue poco dopo in un intervento in Consiglio grande e generale. Sempre dal movimento di opposizione si chiedono lumi sul progetto “dell’albergo extra lusso con camere da 2mila euro a notte e centro benessere annesso”.

I legali di Claudio Podeschi, letto degli accostamenti fra il loro cliente e l’ex ambasciatore in Montenegro, intervengono con una nota, rimarcando il progetto del resort. “Il legame fra Podeschi e l’ambasciatore oggi revocato di San Marino in Montenegro – scrivono i legali Massimiliano Annetta e Stefano Pagliai – ha riguardato unicamente l’ipotesi di costruzione di un grande albergo sul Titano”.

I difensori fanno anche sapere di avere sollecitato l’audizione in Tribunale non solo dell’ex ambasciatore, “ma pure dei segretari di Stato Antonella Mularoni, Pasquale Valentini e Fabio Berardi”, per “avere partecipato a quel tentativo imprenditoriale”. Un fatto su cui la stessa Mularoni aveva risposto in tempi non sospetti, nel luglio del 2012, quando in piena campagna elettorale, era stata incalzata dal movimento Per San Marino su alcune nomine diplomatiche sponsorizzate dall’ex segretario di Stato Podeschi.

All’epoca Mularoni spiegò che Wei Seng Phua era “comproprietario della catena alberghiera Aman Resort, interessata a realizzare un hotel di lusso sul Titano”. E nel caso si fossero riscontrate problematiche di natura penale si sarebbero adottate le procedure di revoca. Detto e fatto. Appresa la notizia dell’anello, il governo di San Marino ha subito revocato l’incarico. Un inciampo diplomatico che si poteva evitare? La Voce