Tutto si può dire del capogruppo di Rete Gian Matteo Zeppa meno che sia un piccolo Cesare come qualcuno ha pensato bene di definirlo, prendendo a pretesto due righe di commento all’ultima trovata dell’ex segretario Michelotti pubblicate sul suo profilo facebook. Il che non stupisce alla luce del trattamento che è stato riservato agli attuali segretari di Stato Roberto Ciavatta ed Elena Tonnini per essersi battuti contro gli avvoltoi che si aggiravano su San Marino. C’è qualcuno a cui il fatto che queste persone, questi rappresentanti del popolo, godano della fiducia dei cittadini e agiscano forti soltanto del loro mandato, non fa dormire sonni tranquilli. E ogni occasione è buona per gettare su di loro più fango possibile. E’ comunque giusto liquidare tutta la questione – la sig.ra Francesca Michelotti che invia una lettera a tutti i giornali per screditare Gian Matteo Zeppa con la scusa di difendere il fratello – in poche righe. Un po’ quel che ha fatto il consigliere di Rete Marco Nicolini che ha scritto: “Non entrerò certamente nel merito e sarà che da decenni sono abituato – volente o nolente – a vedermela da solo, ma se per un uomo di settant’anni deve rispondere sui giornali la sorella, non ci si dovrebbe poi nemmeno stupire d’aver passato tre anni a discutere di alabarde spaziali, monorotaie volanti e flotte di dirigibili mutanti”. Vale invece la pena riprendere l’intervento pronunciato in Consiglio Grande e Generale nella seduta notturna di lunedì proprio da Gian Matteo Zeppa. Oggetto, la giustizia: “Mi hanno colpito – ha detto – alcuni interventi che sono stati pronunciati in Aula, sono rimasto colpito dal discorso del consigliere Tamagnini che ha parlato di come ci si sia trovati di fronte ad atti irreversibili, da quello di Bevitori che ha parlato della necessità di un metodo diverso e poi anche da quello di Morganti che ha parlato dell’esistenza di fazioni e del fatto che un magistrato può decidere della vita o della morte delle persone. Io credo che questo potere lo abbia anche la politica. E mi chiedo come mai chi oggi parla in maniera tanto accorata di giustizia non abbia ieri mai espresso un parere di garanzia in ufficio di presidenza per fare in modo che un consigliere potesse essere difeso dagli attacchi di Confuorti”. “Gravissimo inoltre – ha proseguito il capogruppo di Rete – l’aver alimentato in questi anni una cultura pervasa dal sospetto. Ora si vorrebbe insinuare il sospetto nei confronti del Segretario alla giustizia. Lo stesso che da presidente della commissione giustizia fu vessato, minacciato di querele, accusato di non adempiere alle normative vigenti, tutto perché si era accorto che qualcosa stava per succedere”. Infine Zeppa è tornato a battere il chiodo della cultura del sospetto: “Nella precedente legislatura abbiamo visto approdare in udp un parere anonimo che in quel modo è stato legittimato così come si sono volute legittimare lettere anonime dove venivano attaccati i sindacati. L’ultima legittimazione dell’anonimato è avvenuta ponendo una domanda al segretario alla Giustizia sul fatto di aver ricevuto un documento anonimo dove si ciarlava sulla vicinanza di magistrati ad alcuni avvocati. Io mi chiedo a quale battaglia si stia giocando e perché vi sia tanto poco rispetto per la nostra San Marino dove chi arriva fa quel che vuole. Penso al modo in cui è stata diffusa l’ultima relazione sullo stato della giustizia, c’era un iter da rispettare. E penso anche al modo in cui oggi dall’opposizione si fa aleggiare il sospetto che ci siano consiglieri in conflitto di interesse quando nella passata legislatura due consiglieri dipendenti della San Marino innovation votarono provvedimenti che riguardavano il suo statuto. San Marino è in guerra, la pace credo vada riportata ovunque, non soltanto in Tribunale”.
