Sarebbe cosa buona e anche giusta che il Paese fosse finalmente messo nelle condizioni di poter andare avanti (tanta è la strada da fare, specie alla luce del troppo tempo perduto) e che non fosse fermato dai soliti noti nella palude di un dibattito eterno sul quale invece c’è davvero poco da dire e da aggiungere. Lo ha ben spiegato nella seduta notturna del Consiglio Grande e Generale di martedì 7 gennaio il capogruppo di Rete Gian Matteo Zeppa (foto). “Rete ha dei rinviati a giudizio? Si tratta – ha detto -di persone che si sono candidate e che si sono presentate al cospetto dei cittadini che li hanno eletti. E qui basterebbe leggere la documentazione di Morsiani. Da lì si evince chi ha denunciato i rinviati a giudizio. Sono state le persone che facevano parte del piano criminale. Prendo atto che qualcuno ancora non abbia metabolizzato il risultato elettorale. E tuttavia questo è il tempo di smettere i panni dei litigiosi e lavorare per il Paese”. Altissima la posta in gioco: “C’è da ricreare un sistema, abbiamo messo sul piatto il coordinamento, se si fallisce, fallisce lo Stato. Per questo sarà importante ottimizzare anche il dialogo che si è aperto. Peccato fosse un dialogo finto richiesto da parte di chi dopo oltre due anni e mezzo di disastri non ha potuto fare altro che cercare una scappatoia”. Infine sulle critiche delle opposizioni sulla mancanza di un cronoprogramma. “Certo che non c’è un cronoprogramma, prima occorre avere la possibilità di fare la fotografia allo stato dell’arte” . Duro anche l’intervento della capogruppo di Npr Denise Bronzetti: “Capisco – ha affermato rivolgendosi all’opposizione – che il programma possa non piacere. Avete operato in maniera diametralmente opposta. Ci sia consentito di mettere le mani all’interno delle segreterie, di prendere visione dei dati che tante volte ci sono stati negati, di conoscere la situazione reale. E qui, proprio per avere contezza dei dati, abbiamo presentato innumerevoli interpellanze. Inutile scandalizzarsi per l’odg della maggioranza sul progetto legato alle telecomunicazioni, i contorni di quel progetto non sono chiari. Così come resta da chiarire come si sia potuto agire in un determinato modo nei confronti di una banca e cosa sia accaduto ad un’altra. Affinché venga fatta chiarezza io dico che la commissione di inchiesta debba arrivare in fretta”. Il cuore dell’intervento della Bronzetti si è però concentrato sulla giustizia. “Lo abbiamo sempre detto: i poteri dello Stato sono tre e devono stare in equilibrio altrimenti finisce la democrazia. Occorre ripristinare lo stato di diritto. Il tema della nomina dei membri del Collegio Garante, avremo modo di chiarirlo, non ha nulla a che fare con la volontà di andare avanti a colpi di maggioranza. La nomina dei membri che la ex opposizione, ora maggioranza, doveva esprimere, sono state negate”. Un accenno anche al ritornello di come sono state distribuite le deleghe. “Si è gridato allo scandalo rispetto alla delega agli affari politici scorporata dagli esteri. Crediamo abbia senso in riferimento a quella collegialità che il Congresso esprime (nel tempo avrebbe dovuto esprimerla meglio)” .
Negli attacchi al vetriolo giunti dalle fila dell’opposizione il segretario della Dc Gian Carlo Venturini legge una punta di invidia. “Noi abbiamo un organismo che democraticamente elegge il segretario e all’interno del nostro partito abbiamo sempre saputo trovare una convergenza al di là di differenti vedute che ci possono essere. Devo riconsiderare la mia autostima – ha detto – per gli elogi che ho ricevuto anche se vi leggo una punta d’invidia di chi magari vorrebbe essere al mio posto. Il governo non si è ancora insediato e già vengono rivolte critiche al programma prima ancora di verificarlo. Molti si sono soffermati sulla questione della giustizia, dovremmo interrogarci tutti sulla conflittualità tra poteri di questi anni, cosa prima mai avvenuta. E’ un anno e mezzo che ci sono dei componenti decaduti ed è sempre da un anno e mezzo che chiedevamo di nominare il membro che spettava all’opposizione. Va ripristinato un atto legittimo, nessuno vuole mettere in discussione le proporzioni. E’ un mio impegno che i membri che sono in quota all’opposizione vengano nominati alla loro scadenza. Sarà garantita l’espressione della maggioranza e quella dell’opposizione. Oggi chi non è garantito è la maggioranza e va riportato un equilibrio. In seguito garantiremo i voti all’opposizione anche se senza i voti della maggioranza non potrebbero fare le nomine”.
