Il morbo che più ha segnato la nostra coscienza collettiva è senz’altro la peste.
Alcuni erroneamente ritengono che quel morbo si sia fatto sentire essenzialmente fra il 1348 e il 1351, quando spopolò (letteralmente) l’Europa (e non solo, ma limitiamoci all’Euoropa per semplicità).
La Morte Nera colpì il nostro mondo con due grandi pandemie, che si manifestarono in luoghi diversi e in maniera asincrona con numerose epidemie locali circa in tutta l’Eurasia.
La prima (c.d. “giustinianea”) giunse secondo Procopio dall’Egitto: era il 541. L’ultima ondata degna di nota è a Napoli, a metà dell’VIII secolo (duecento anni dopo).
La seconda giunse alle nostre latitudini appunto nel 1348. Potè dirsi compiutamente debellata solo alla vigilia della Rivoluzione Francese.
Questo dato storico dovrebbe farci capire una cosa: le pandemie, una volta che sono scoppiate, non scompaiono in breve tempo. Si ritirano per dei periodi da certi luoghi, ma poi possono tornare manifestandosi sotto forma di epidemie localizzate.
Discorsi simili potrebbero farsi per la lebbra, il colera ecc.
Pur non essendo un medico, la mia formazione di tipo storico-filosofico mi fa ritenere ragionevole ipotizzare che non ci libereremo presto neppure di questa pandemia. Non è piacevole, certo, ma è realistico. Se così non fosse, è sempre meglio prepararsi al peggiore scenario, cosicchè il migliore certo non ci troverà impreparati.
Ciò assunto, è evidente che probabilmente ancora a lungo dovremo garantirci una copertura vaccinale. Le alternative sono o una cura rapida ed efficace che non sovraccarichi il sistema sanitario o misure restrittive sulla mobilità o semplicemente lasciare che la malattia faccia il suo corso.
Poiché la cura miracolosa ancora non esiste e le restanti alternative non sono desiderabili, è evidente che dovremo puntare sulla vaccinazione.
Significa che dovremo fare un richiamo vaccinale, poi probabilmente un altro. E forse un altro ancora, e via così. Non trovo nulla di spaventevole in tutto ciò: dovrebbe spaventarci la malattia, non la sua prevenzione.
Appare evidente pertanto che non sempre e non comunque si adopererà la medesima marca di vaccino, esattamente come accade con l’antinfluenzale, che non è necessariamente lo stesso ogni anno.
In altri termini, effettuare il richiamo vaccinale non dovrebbe spaventarci, se siamo razionali. Parimenti, non dovrebbe spaventarci neppure il fatto che il richiamo avvenga con marche diverse dalla precedente vaccinazione: lo facciamo da sempre con l’antinfluenzale, lo stanno facendo (per il Covid19) in tutta Europa.
Trovo disdicevole che alcuni rappresentanti istituzionali, anche coi loro quotidiani di partito, invece di sostenere la prossima campagna vaccinale, alimentino dubbi e paure irrazionali nella popolazione, agitando spauracchi e sterili polemiche per mere finalità elettorali, cercando voti – letteralmente – sulla pelle delle persone. Mi auguro che cambino atteggiamento e mostrino il senso di responsabilità che mantennero in occasione della prima campagna vaccinale: diversamente a pagarne le conseguenze non sarà tanto il Governo, quanto la cittadinanza tutta sotto forma di chiusure, limitazioni e lutti.
