Sulla questione bilancio innesta la sua riflessione Giovanni Zonzini di Rete. Che distingue tout court «i nostri dati economici sono buoni. Sembra incredibile ma a livello macro ci sono buoni dati: il Pil nel 2021 già è a livelli superiori del 2019, il nostro Paese si è ripreso in maniera soddisfacente, la disoccupazione resta molto bassa. A livello di sistema bancario c’è ancora un sentiero lungo e stretto di ripresa, ma con dati incoraggianti sulla raccolta diretta. Infatti dopo anni di picchi in discesa ha ripreso a salire a due cifre, negli ultimi due anni». Perciò, dice, è il momento migliore per varare le «misure necessarie a ridurre il debito».
Ma nel quadro Zonzini rileva una criticità: «Per portare il bilancio a livello sostenibile servono interventi che non portano consenso e da entrambe le parti c’è chi teme proprio la perdita di consensi».
A gettare acqua sul fuoco arriva Michela Pelliccioni di Dml: «Mi spiace sentire ancora il processo delle colpe. Il processo di risanamento che è in corso ha necessità di tempi lenti e va fatto con attenzione a livello comunicativo». Dal canto suo Gatti riconosce che è «legittimo per l’opposizione rallentare l’azione di governo, anche con richieste di dati ripetitivi». Ma ribatte che «sono state presentate le relazioni tecnico-contabili che accompagnano il bilancio di previsione e il rendiconto dello Stato». E invita a leggerli perché i «dati richiesti ci sono tutti, oltre agli aggiornamenti sul debito che vede la sua riduzione».
E conclude: «Il mandato del governo non può andare oltre a quanto scritto sul bilancio di previsione. Abbiamo fatto una commissione sugli interessi del prestito Carghill e dei titoli di Stato, che sono dati pubblici, come quelli dei debiti interni». Così sul costo dell’indebitamento, fa notare, «abbiamo speso meno dell’1% e lì dentro ci sono le spese per le consulenze». Infine dà appuntamento al prossimo Consiglio di dicembre «con tutti i passaggi per affrontare il Consuntivo 2021 e il Previsionale 2022». E invita a smettere di «guardare indietro e piuttosto a rinnovare il debito a migliori condizioni, differenziandolo sui mercati esteri». Corriere Romagna