San Marino“Spesso sono le vittime a proteggere le bestie”. Giornata contro la violenza sulle donne: l’intervento del sostituto procuratore Matone a Palazzo.

MatoneAppelli alle madri: “Educate diversamente i figli maschi”, e alle vittime: “Guai a pensare di cambiare il molestatore”.

Una coincidenza non casuale quella tra la Giornata contro la violenza sulle donne (e di genere) e la Giornata della Disabilita?.

Una coincidenza che fa meditare: c’e? purtroppo pure da mette- re in conto la violenza sulle donne con handicap.

La domanda e? semplice: cosa succede se la vittima e? anche un soggetto fragile, un soggetto con disabilita?? Merita, quindi, soffermarsi un attimo su questo interrogativo.

Infatti se la quotidianita? ci dice che gli abusi sulle donne sono tanti, che a leggerne le cifre si rimane storditi: il sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma, Simonetta Matone, nel corso del suo intervento, ha avuto modo di ricordare alcune cifre : “Femminicidi in Italia: 152 nel 2014, 179/2013, 157/2012: nel 2015 si e? superato l’anno scorso”.

Sempre dalle statistiche: il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni lo scorso anno ha subito una qualche violenza dentro e fuori la famiglia. Un numero, gia? sconvolgente, che sfiora la quota scandalosa del 40% in caso di presenza di disabilita? o con problemi di salute.

Le donne con disabilita? o problemi di salute corrono inoltre un rischio doppio delle altre donne di essere vittime di stupri o tentati stupri (il 10% contro il 4,7%).

E se l’abuso e? sempre, e comunque, da condannare, quello compiuto nei confronti di chi non puo? difendersi ed e? piu? vulnerabile (sia fisicamente, sia mentalmente) e? una orribile azione che si deve respingere in maniera decisa.

C’e? inoltre da considerare che queste cifre sono sempre per difetto: la violenza spesso rimane sotto traccia.

Una situazione che il magistrato Simonetta Matone ha ribadito con una semplice frase, ma tale da far riflettere: “Io ti salvero?”. E? una convinzione che molte donne vittime di violenza hanno nei confronti dell’uomo che ha abusato di loro. Insomma per la signora Matone e? tutta questione di cultura. Aggiunge, a volte la soluzione migliore sarebbe quella di “fuggire da casa, di rompere con chi usa la violenza su loro”.

Un soluzione non facile e non solo sul fronte culturale. C’e? l’aspetto economico che spesso frena e porta la donna a tacere e subire. Oppure ritorna prepoten- temente la convinzione di poter raddrizzare nel tempo un uomo che e? lanciato su una strada di malvagita?.

Situazioni che vengono ben comprese nei pronti soccorsi dove spesso ferite la cui causa e? fin troppo chiara, la donna preferisce mascherarli raccontando bugie e non denunciare.

Spiega sempre il magistrato Simonetta Matone: “La strada della denuncia e? una strada praticamente di non ritorno, e troppo spesso la donna ha paura di percorrerla, quindi e? portata a proteggere l’uomo violento”.

Ecco l’uomo, il magistrato Matone, non dimentica che prima di diventarlo questi era un ragazzo, un figlio di tante mamme (ha sottolineato, italiane, quindi anche sammarinesi…) troppo maschiliste.

Insomma mamme che sentano particolarmente la superiorita? del figlio maschio rispetto alla femmina. In pratica tocca alle madri costruire nei loro maschietti una mentalita? diversa da quella che fino ad oggi ha vissuto, spesso, grazie proprio alla omerta? di molte donne.

Dunque cultura, dunque scuola, dunque societa?.

Tanti i fattori che possono, se ben strutturati, frenare questi indefinibili atti.

Il sostituto procuratore Simonetta Matone ha accennato pure alla cultura dell’Islam, nessun riferimento alla religione ed ai fatti recenti.

Dell’Islam ha ricordato tra l’altro il vulnus dei matrimoni combinati per le bambine, l’infibulazione e tante altre situazioni assimilabili. Esempio il cosiddetto ‘Ius educandi’ cui molti uomini si appellano. Il diritto ad educare le figlie femmine si esplicita in maniera ben diversa.

Ma soprattutto c’e? la struttura familiare a pesare in quell’universo. Una sorta di costruzione piramidale con alla base ovviamente la donna. Una base non di quelle, che sostengono la struttura come ancora accade in molti nuclei di casa nostra, ma base di una piramide di potere all’interno della famiglia e con la scarsa importanza che la donna ha in quel mondo.

Prima del sostituto procuratore Simonetta Matone hanno parlato i segretari Gian Carlo Venturini, Pasquale Valentini, Giuseppe Morganti.

Gian Carlo Venturini: “ La violenza sulle donne continua ad essere una pandemia globale. E’ una violazione dei diritti umani, una conseguenza della discrimi- nazione sia nel diritto sia nella prassi e della persistente disu- guaglianza tra uomo e donna. La violenza contro le donne ostacola e impedisce il progresso, la pace e la sicurezza. La prevenzione e? possibile ed essenziale”.

Il segretario Pasquale Valentini: “Non e? da trascurare la cultura dell’inviolabilita? del rapporto uomo donna, della fiducia che ve essere presente nella relazione”.

Il segretario Morganti ha ricordato che qualcosa sta cambiando anche se si ripetono violenze anche piccole, come quelle di obbligare il velo a chi non lo vuole indossare o addirittura come e? stato divulgato vendere le donne come schiave prezzate sul mercato del bestiame.

Ora si punta molto sulla Convenzione di Istanbul. In Italia e? gia? stata ratifica, San Marino lo fara? a breve.

Sara? sufficiente un convenzione adottata da molti Paesi a proteggere le donne dalle violenze?

Infine il Dg di Smtv, Carlo Romeo: “Gli spot della Pubblicita? Progresso sono un buon viatico”.

La Tribuna