Il consigliere del Pdcs Stefano Canti ha battagliato a lungo in consiglio grande e generale perché come da proposta del proprio gruppo si abbassassero le tariffe e fosse spostata la proroga dal 30 novembre al 31 dicembre come contemplato anche dall’ordine del giorno approvato in commissione quarta all’unanimità. Proposte che sono però rimaste inascoltate.
Fa ancora discutere il decreto sulla sanatoria straordinaria rati cato appena tre giorni fa. Il provvedimento è stato infatti oggetto di ripetute modifiche, frutto a dire del Segretario del Pdcs Giancarlo Venturini “della scarsa capacità di approfondire di governo e maggioranza”.
Numeri alla mano, sarebbero state presentate in un anno appena 180 pratiche. E’ dunque possibile che le persone abbiano atteso le ultime modifiche prima di incaricare i propri tecnici ma può anche darsi che le tariffe troppo alte abbiano fatto desistere chi aveva l’intenzione di aderire alla sanatoria.
E’ come la pensa il consigliere del Pdcs Stefano Canti che ha battagliato a lungo in consiglio grande e generale perché come da proposta del proprio gruppo si abbassassero le tariffe e fosse spostata la proroga dal 30 novembre al 31 dicembre come contemplato anche dall’ordine del giorno approvato in commissione quarta all’unanimità.
Non si è trattato evidentemente dell’unico ‘intoppo’ in sede di ratica del decreto che è approdato in aula con un unico articolo che conteneva quattordici emendamenti che le forze di opposizione hanno subito chiesto di spacchettare per poter svolgere le dovute valutazioni.
“Fra questi emendamenti – ha fatto sapere il consigliere di Rete Davide Forcellini – ce n’era uno che di fatto trasformava la sanatoria in condono, dava cioè non soltanto la possibilità di sistemare l’abuso ma anche quella di cancellare il reato, cosa che avrebbe creato un precedente molto pericoloso.
L’emendamento approdato in aula poi era diverso da quello esaminato in commissione e quindi io ho chiesto ai Capitani Reggenti di far rispettare il regolamento consiliare per cui gli emendamenti devono essere concordati fra i gruppi. E’ a quel punto che dopo qualche tempo speso a tentare di cambiare l’emendamento il Segretario non ha potuto far altro che ritirarlo”.
La RepubblicaSM