“L’Istituto per la sicurezza sociale non è il problema dei problemi, non si può usarlo per scopi politici”.
Con queste parole il segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni, affiancato dai membri del Comitato esecutivo dell’Iss, ha alzato gli scudi dai recenti attacchi che la politica, di opposizione ma non solo, ha sferrato contro chi dirige la sanità sammarinese, fuori e dentro il Consiglio.
Per questo motivo anticipa che chiederà un “chiarimento in maggioranza” a causa “dell’atteggiamento politico superficialmente esternato alla stampa e all’opinione pubblica”.
Il segretario Mussoni, il direttore generale, Bianca Caruso, quello sanitario, Dario Manzaroli, e il responsabile amministrativo, Filippo Francini, hanno convocato così la stampa, al termine della visita dei Capitani Reggenti, Andrea Belluzzi e Roberto Venturini, all’Ospedale di Stato, per mettere fine alle polemiche strumentali e mettere sotto tutela “un patrimonio per la comunità”.
Nel corso della visita di tutti i reparti dei capi di Stato, assicurano Mussoni e Caruso, è stato possibile constatare l’ordine, la professionalità, la tecnologia e l’umanità del personale: “Chi vuole trasmettere un messaggio strumentale di caos all’Iss – ammonisce quindi Mussoni – deve pagare un prezzo pesantissimo dal punto di vista politico”.
Mussoni chiede di fermare provocazioni, demonizzazioni e terrorismo psicologico, anche perchè, “dopo due anni e mezzo di spending review e le conseguenti difficoltà legate a un bilancio ridotto del 12% – sottolinea – oggi l’emergenza dell’Iss è superata”. E proprio ora “non accetto che parta una battaglia politica e mediatica quando avviamo una stagione di apertura alla sanità dell’Emilia Romagna e delle Marche”.
Il segretario di Stato prende quindi le distanze da una politica “bassissima”. Non nega le problematiche legate ai contratti, al turnover, al fabbisogno del personale che “fanno parte della complessità della struttura e sono da risolvere”.
A riguardo Mussoni riconosce come “passi avanti importantissimi” gli ultimi provvedimenti sulla sanità licenziati nel Consiglio Grande e Generale di luglio: dalla normativa che estende la durata dei contratti dei medici, all’ordine del giorno che impegna il governo a presentare un piano di interventi tra cui la definizione del fabbisogno e la revisione delle retribuzioni, fino al decreto che riconosce i redditi prodotti in regime di libera professione.
Quindi assicura che il fabbisogno, su cui si sta già lavorando, sarà pronto per essere presentato a settembre. Così come la revisione delle retribuzioni, prosegue il direttore Caruso, è nell’agenda delle cose da fare:
“Il sistema è completamente diverso dall’Italia – sottolinea – che resta il mercato di riferimento dei nostri professionisti, manca la variabile legata alla valutazione e al risultato, per esempio, mancano premi e punizione”. Caruso poi contrattacca alle accuse rivolte, in particolare, alla sua persona: “Perchè le direzioni precedenti non avevano preso in esame quello che oggi pare il problema dei problemi?”, lancia la provocazione, riferendosi alla precarietà dei medici.
Lei stessa, arrivato meno di un anno fa, appena arrivata alla dirigenza dell’Iss lo aveva sollevato, assicura.
“Mi stupisco – prosegue – dal punto di vista dell’onestà intellettuale, che oggi ci siano tutti questi problemi che esistevano anche una anno fa e l’anno prima ancora”. A chi punta il dito contro l’Iss, Caruso chiede conto di dati a supporto delle proprie tesi: “A San Marino non ci sono indicatori aggiornati sulla sanità – lamenta – quindi inutile confrontarli sulle chiacchiere, non le ascolto neanche”.
Proprio per controbattere alle “chiacchiere” il direttore generale anticipa l’intenzione di far entrare l’Iss in un sistema di indicatori moderno legato alle realtà sanitarie d’oltre confine perché “è ora che San Marino e la politica si confrontino su dati reali”. (…) La Serenissima