Sant’Agata. Da Israele e Canada, sulle tracce dell’oro bianco

tartufiLA NUOVA frontiera del turismo è una battuta di caccia al tartufo, nei boschi santagatesi, con cavatore e cane al fianco. E multilingua. La Fiera ha chiuso i battenti ma Sant’Agata Feltria è ancora sulla breccia grazie al «tuber magnatum pico» che attira in Valmarecchia giornalisti, blogger e tour operator da mezzo mondo. Gli ultimi ad arrivare sono stati una dozzina di israeliani, decisi a farsi prendere per il naso. Accompagnati dall’esperto Sauro Podestà con il suo fido cane, si sono «regalati» una lunga uscita nei boschi della zona a caccia di bianco pregiato, o al massimo di nero. Oggi sarà la volta di un altro gruppo composito, comprendente americani, inglesi, francesi e canadesi, tutti assieme pronti a seguire le orme di Podestà. Due giornalisti del National Geographic sono invece appena partiti, dopo aver girato in lungo e in largo all’ombra di Rocca Fregoso. «Giornalisti, blogger e tour operator internazionali si danno appuntamento a S. Agata per il tartufo, ne siamo orgogliosi, questa offerta può diventare un format» è soddisfatta la presente della Pro Loco, Rita Marini.

Resto del Carlino