L’IPOTESI d’indagine, in attesa delle risposte del Ris, è che Ismaele sia stato caricato in auto a forza da più persone, forse quattro, tramortito subito in macchina e, una volta arrivati in cima al colle di San Martino in Selvanera, semincoscente, fatto sedere con la schiena alla croce (se fosse stato vigile e cosciente sarebbe rimasto in piedi anche solo per difendersi meglio, essendo molto più alto dei due albanesi fermati). Quindi, legato con dello scotch più per non farlo cadere in avanti che per immobilizzarlo. A quel punto, Igli Meta e Marjo Mema avrebbero inscenato il ‘processo’ per punirlo di una simpatia o di qualcosa di più che Ismaele nutriva per Ambera.
Poi con la ‘confessione’ di Ismaele è scattata la vendetta: Igli chiede a Marjo cosa fare e questi risponde (stando alla confessione dell’omicida depositata agli atti) «Se vuoi, ammazzalo». L’invito è raccolto subito da Igli, che sferra due fendenti al collo del giovane a mo’ di punteruolo, per poi tagliargli il collo da destra a sinistra e viceversa. Capiscono di averlo ferito a morte e Igli dice nella confessione: «Per non farlo soffrire perché respirava male, l’ho preso per la fronte mandandogli la testa all’indietro e così è morto subito». (…) Il Resto del Carlino
