HA RISPOSTO per cinque ore alle domande di magistrati e avvocati, offrendo la sua verità: «Io non c’entro con l’omicidio di Ismaele. Non ne sapevo niente». E le parole della testimone Ambera Saliji sono apparse ancor più credibili per il comportamento tenuto da Igli, il suo fidanzato, il 20enne albanese che ha tagliato la gola per vendetta a Ismaele Lulli, un ragazzo di 17 anni che nel novembre scorso aveva avuto una piccola storia sentimentale con Ambera. Igli non ha contraddetto minimamente la ricostruzione di Ambera, non ha chiesto di parlare né di far domande al suo legale in merito all’estraneità di Ambera alla preparazione del delitto. Ha confermato col suo silenzio la versione della ragazza. Che si è sentita usata da Igli per il suo sanguinario proposito ma quando se n’è accorta era troppo tardi.
«ANCHE il gip ha confermato la convinzione dell’accusa – hanno spiegato gli inquirenti – ritenendo la fidanzata di Igli Meta, l’omicida, estranea alla preparazione del delitto, alla successiva sparizione del corpo e delle prove. Dunque rimane una testimone». La ragazza è libera di andarsene da Lunano, il suo paese di residenza vicino a Urbino, dove sente su di sé gli occhi accusatori della gente per aver attirato Ismaele nella trappola dell’assassino. Ad aggravare le cose, sono state delle sue dichiarazioni pubbliche di amore eterno per Igli, mentre alla famiglia della vittima inviava solo delle condoglianze. «Mi hanno travisato quelle parole – ha detto ieri Ambera ai magistrati – io sono distrutta per quello che è stato fatto a Ismaele e ora ho paura di rimanere a Lunano. Adesso partiremo per l’Albania».
La ragazza ha affrontato le domande del pm Irene Lilliu, del gip Egidio De Leone e dei difensori ricordando che un comune amico aveva spifferato tutto a Igli del tradimento con Ismaele. Poi gli avevano detto che era stato tradito anche con un altro ragazzo macedone. «Quando domenica 19 luglio Igli mi ha chiesto di inviare un messaggio a Ismaele per poterlo incontrare – ha detto Ambera – pensavo che servisse per chiarirsi, non per attirarlo in una trappola». Per la procura, Ambera è credibile e convincente quando afferma di non aver avuto il sospetto che Igli volesse tagliare la gola a Ismaele. Il suo fidanzato non aveva mai fatto del male a nessuno.
«EPPURE aveva visto il coltello che Igli portava sempre con sé, aveva letto i messaggi di minaccia ‘do ja tregoj un’ ossia gliela faccio pagare, oppure ‘do e vras’, tradotto io l’ammazzo. Non ha pensato che potessero essere minacce reali?» è stata la domanda che i magistrati hanno rivolto ad Ambera. La quale ha risposto che «no, non era così perché si dicono queste cose anche per rabbia. Pensavo che esagerasse e si fosse fissato in quel momento con questo argomento ma che prima o poi gli sarebbe passata». Invece a Igli Meta non era passato nulla, avendo messo nel mirino sia Ismaele sia l’altro ragazzo che nel maggio scorso aveva avuto una breve storia d’amore con Ambera.
«LI AMMAZZO tutti e due» ripeteva, ma per la ragazza erano parole. Quando poi, due giorni prima del delitto, Ambera ha avuto uno schiaffo e un calcio da Igli come ritorsione per i tradimenti, lei ha detto ieri di aver pensato quasi di meritarseli. «Non mi ha fatto molto male e poi abbiamo fatto l’amore». Non solo, Ambera è libera di emigrare se vuole, ma al processo per il delitto di Ismaele non ci sarà neppure. Non serve. Quello che poteva dire l’ha detto ieri, con Ambera in una stanza alla presenza del gip De Leone e del pm Lilliu oltre agli avvocati, mentre i due indagati, Igli Meta e Marjo Mema, si trovavano da soli in un’altra stanza. La ragazza non poteva vederli mentre loro sì, o meglio potevano ascoltarne la voce. Ma poi a fine interrogatorio, il legale di Marjo Mema ha chiesto che il suo cliente venga interrogato dal pm. Finora ha negato di esser stato presente all’omicidio. Il Resto del Carlino