Sant’Arcangelo. “L’assolo meritava di essere inserito nel cartellone del festival”. Alessandro Carli, Direttore Responsabile di Fixing, esprime il suo parere sullo spettacolo di Boris Charmatz.

Boris Charmatz Negli ultimi giorni l’attenzione dei media locali e nazionali si è concentrata sulla performance degli artisti Frank Willens e Boris Charmatz all’edizione 2015 di Santarcangelo dei Teatri. Quella che vi proponiamo di seguito è l’opinione di Alessandro Carli, Direttore Responsabile di Fixing.

“L’ultimo lavoro coreografico firmato da Tino Sehgal e portato in scena – all’interno del cartellone 2015 del festival
di Santarcangelo dei Teatri – da Boris Charmatz al Lavatoio, ha suscitato – al di là del valore dello spettacolo, un omaggio alla danza del Novecento – un vespaio di polemiche. Non tanto per la totale nudità del danzatore, ma quanto per la chiusa, incorniciata da abbondanti citazioni legate a Duchamp: Boris difatti si gira verso il pubblico e, dopo aver suonato come una chitarra il proprio sesso, si mette a fare la pipì.

Un gesto del tutto ordinario che, stranissimo, a teatro fa (ancora) scalpore. Detto che queste provocazioni sono già state fatte in passato – cosa da anni Settanta, gesto eseguito alla perfezione anche da Carmelo Bene in un lavoro che ha fatto tappa anche al Bonci di Cesena -, l’assolo meritava di essere inserito nel cartellone 2015 del festival”.

La Tribuna