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Furono giorni impetuosi, di coraggio, paura, eroismo, liberazione e servirono a costruire la nuova Argentina, prima di tutto democratica. Il film di Santiago Mitre, applaudito alla Mostra del cinema di Venezia, vincitore del Golden Globe e candidato all’Oscar tra i film internazionali, dopo lo streaming su Prime Video arriva in sala in Italia dal 23 febbraio con Lucky Red e Circuito Cinema pronto ad emozionare. ARGENTINA, 1985 è un film potente che coinvolge, diverte persino, incolla sulla sedia con una sceneggiatura che funziona ad orologeria come si dice ed un cast eccellente in cui spicca Ricardo Darin nei panni di Julio Strassera, il pm che mise sotto processo il dittatore Videla e i suoi complici. Un eroe nazionale che si studia a scuola ma nulla di quella vicenda fu scontato, anzi. “Per due anni – racconta a Roma Santiago Mitre che con il coprotagonista Peter Lanzani (intrepreta il giovane magistrato Luis Moreno Ocampo, assistente di Strassera) è arrivato per lanciare il film – ho letto di tutto. Sentivo la grande responsabilità di cineasta, ma anche di cittadino per quello che stavamo raccontando, il processo del secolo, quello che ha rifondato il mio paese dopo la tragedia della dittatura. Abbiamo letto migliaia di carte, incontrato giudici, funzionari, famiglie di desaparecidos, associazioni per i diritti umani che sono state la prima linea per raccogliere i documenti su cui si basava il processo. E’ stato molto doloroso come pure vedere le immagini del vero processo, ogni tanto smettevamo per l’emozione di quello che stavamo sentendo”. Il film ha un doppio tono, serio, drammatico come i fatti che racconta, ma anche sarcastico, umoristico come lo era Strassera, (“una sorta di autodifesa”), affatto estraniato dalla vita familiare pur avendo il peso epocale di processare Videla. L’Argentina appena un anno dopo la caduta della dittatura riuscì a processare il generale e gli altri responsabili di torture che eliminarono di fatto una generazione di giovani, un genocidio di oppositori politici. Sono passati 40 anni, cosa ne è di quel coraggio? “Quella grande spinta di giustizia, quell’eroismo temo sia andato perduto, non vedo intorno a me – risponde all’ANSA – questa voglia di scontrarsi con il potere come fu per Strassera, oggi forse quel processo non ci sarebbe”. Nel ripercorrere la vicenda, “pensando non a fare imitazioni o a diventare personaggi, ma a dare voce alle persone vere”, sottolinea Lanzani, il film ha avuto via via un ruolo civile anche oltre le aspettative. “Pensavo da tanto tempo – aggiunge Mitre – ad un film sul processo Videla, lo immaginavo come un thriller processuale su un fatto storico, invece è diventato un film che sta interessando i giovani, sta facendo scoprire loro cose che a malapena si studiano. Io ho memorie personali, mi ricordo le persone in strada a festeggiare, ma i ragazzi no. L’idea di giustizia è un atto di guarigione, ma la memoria è un valore democratico e quando mi capita di vedere che la democrazia viene messa in discussione da chi non ha vissuto la dittatura, non sa quanto è costato davvero risorgere, mi rattristo. Spero che il film serva a farlo ricordare”. Argentina, 1985 è candidato all’Oscar, quali aspettative per la notte del 12 marzo? “Ci speriamo, se vinciamo sarà andata benissimo, altrimenti sarà andata comunque bene essere arrivati fin lì”. Trentamila persone morirono nei modi più atroci, vittime di torture e a raccogliere le prove, sottraendo Videla e gli altri macellai alle coperture di un processo militare, fu un pubblico ministero di Buenos Aires, il pm Julio Strassera, con il suo incredibile staff di giovanissimi avvocati inesperti, visto che tutti gli altri colleghi si erano defilati dal pericoloso incarico, una specie di armata Brancaleone che trovò testimoni, vittime sopravvissute con annunci sul giornale e alla radio e li convinse ad affrontare il trauma e ad inchiodare i colpevoli con migliaia di prove. Rivedere tutto questo in Argentina, 1985 è partecipare ad una memoria collettiva e sviluppare anticorpi, per questo il film di Santiago Mitre è “un cinema necessario”.
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