Maurizio Sarri dopo il 2-0 al Genoa ha la faccia soddisfatta di chi ha visto la sua creatura rispettare le consegne. Testa ai liguri e Real Madridfuori dai pensieri: questo era il diktat del tecnico del Napoli e Hamsik e compagni non hanno tradito il loro condottiero: «Abbiamo sofferto solo finché loro hanno avuto la forza di venire a prenderci alti – ha detto l’allenatore ai microfoni di Sky Sport nel dopo gara -. Dopo mezzora poi abbiamo iniziato a fare la partita secondo le nostre caratteristiche e poi l’abbiamo vinta con un grande secondo tempo. Considero questa vittoria un passo avanti perché la squadra ha dimostrato maturità, gestendo bene i momenti e capendo quando magari bisognava attaccare con un giocatore in meno. Non abbiamo praticamente mai rischiato. All’intervallo ho detto ai ragazzi che nei primi 25′ non stavamo facendo quello che dovevamo fare e a Mertens di venire fuori e giocare con la squadra. A Insigne invece ho detto di entrare più in mezzo al campo e stare più vicino al belga». Ora la sfida di mercoledì nella tana del Real Madrid, ma Sarri sembra non aver voglia di parlarne nemmeno dopo questo successo prima di cedere e affrontare il tema senza comunque sbilanciarsi troppo: «In questo momento diamo la sensazione di stare bene ma andiamo a giocare contro i campioni del mondo e non sappiamo nemmeno se saremo in grado di lottare alla pari con loro. Dovremo andare lì con un pizzico di timore che ci aiuterà per quanto riguarda l’attenzione e l’applicazione, ma senza cadere nella paura perché altrimenti ci consegneremmo a un avversario capace di travolgerci». Il discorso passa poi alla grande prova di Mertens, che lo stesso Sarri ha inventato ‘falso nueve’ dopo l’infortunio di Milik a inizio stagione: «Lui è uno che, se comincia a fare movimento per giocare con la squadra e smette di fare solo l’attaccante centrale come fatto nella prima parte della gara, riesce sempre a trovare il quarto d’ora in cui è devastante. Sa trascinare i compagni perché ha anche questa capacità: quando si esalta si scorda del risultato e di tutto e può segnare in pochi minuti anche più di una rete. Si sta calando alla grande in questo ruolo e in 12 partite da punta centrale ha fatto 16 gol, cifre di cui bisogna tener conto ed ecco perché in questo momento può persino essere preferito ad un centravanti più classico. Poi è ovviamente capace di giocare anche da esterno: Mertens, insomma, dove lo metti lo metti è uno che comunque porta punti». Tuttosport
