Scambiata in culla 33 anni fa,risarcita con circa un milione

(ANSA) – BARI, 19 SET – Due neonate scambiate in culla, una
delle due fa causa alla Regione Puglia e ottiene dal Tribunale
civile di Trani un maxi risarcimento di circa un milione di
euro. E’ questa la vicenda, definita in primo grado e sulla
quale la Regione valuterà se fare appello, di una donna 33enne
di Canosa in Puglia che otterrà il risarcimento assieme alla sua
vera famiglia (madre, padre e fratello), a cui per 23 anni sono
stati impediti i rapporti familiari. La sentenza – di cui
riferisce Repubblica Bari – arriva a dieci anni dalla scoperta
dello scambio in culla di due bambine partorite il 22 giugno
1989 nell’ospedale di Canosa. Una di loro, Caterina (che credeva
di aver partorito la bimba chiamata Lorena e invece era la mamma
di Antonella) dovrà essere risarcita per 215mila euro, così come
il marito, mentre 81mila euro andranno all’altro figlio, “per
non aver potuto vivere compiutamente la relazione parentale”. Ad
Antonella, invece, la Regione pagherà circa mezzo milione (a
fronte di una richiesta di tre). La madre – ricostruisce il
quotidiano – l’ha
abbandonata da piccola, il padre l’ha maltrattata al punto da
farla finire in orfanotrofio e poi in adozione. Meno difficile
la vita dell’altra bambina, Lorena, che ha avuto un rapporto
difficile con i genitori. La scoperta della loro vera identità
risale al 2012, guardando delle foto su facebook e notando delle
somiglianze tra donne che non avevano alcun legame. I sospetti
vengono confermati l’anno successivo con il test del dna che
rivela che Antonella è figlia di Caterina e Lorena di Loreta.
    (ANSA).
   


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