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  • Sci, Italia eliminata nei quarti nel Team Event, oro alla Francia

    Il Team Event del Mondiale di sci, condotto con lo stesso format degli slalom paralleli della Coppa del Mondo, vede il successo della Francia: primo oro e prima medaglia di campionati che per i cugini non erano stati fin qui più felici di quelli dell’Italia. L’argento è della Slovacchia, che nei quarti aveva eliminato proprio gli azzurri, mentre il bronzo è stato della Svezia nella piccola finale sulla Svizzera. Per gli elvetici dopo giorni di gloria, e il primato in termini di bottini, arriva la prima magra. E la prima medaglia di legno, così, giusto per gradire e per capire quanto sia brutta da ricevere. Beffa aggiuntiva: la sconfitta contro gli slovacchi per andare in finale è arrivata per lo scarto tra i tempi, dopo che i duelli erano finiti sul 2-2.

    Pensare ai Giochi
    Ci sono state sorpresissime, come l’eliminazione dell’Austria (e Hirscher, nel primo duello contro il Belgio, aveva perso il suo confronto diretto!) e della Germania, mentre per quanto riguarda l’Italia, dopo la facile qualificazione contro l’Argentina negli ottavi (4-0), è arrivato l’ostacolo slovacco. Non c’è stata molta storia, in verità: la sconfitta è stata per 3-1, con il solo punto conquistato da Giuliano Razzoli. Nonostante qualche passo in avanti, come l’aver acquistato un dispositivo che riproduce il cancelletto di partenza per gli allenamenti, occorre fare molto di più per una specialità che l’anno prossimo assegnerà medaglie ai Giochi. Secondo Elena Curtoni la chiave per migliorare la competitività è «effettuare più selezioni tra gli atleti con specifiche prove sulla disciplina». Il parallelo, in effetti, è una bestia strana: più che la forza individuale – e lo dimostra proprio Hirscher – contano l’interpretazione del percorso, breve e da vivere con ritmo e agilità – e la compattezza della squadra secondo una qualità diffusa. Ce la faremo per Pyeongchang 2018? Intanto il Mondiale si ferma per un giorno: si ritorna in pista giovedì 16, con il gigante femminile, in teoria la migliore delle carte che ci sono rimaste per rompere quel triste e inatteso zero nel medagliere.

    Il caso Nani
    Intanto Roberto Nani ha deciso di reagire alla decisione della Fisi di convocare Simon Maurberger e non lui al posto di Luca De Aliprandini, il gigantista che deve dare forfait a causa di una caduta in allenamento a Livigno che gli ha procurato una commozione cerebrale. Sia lui sia il compagno erano riserve a casa. «Sono molto amareggiato per non essere stato convocato per il gigante dei Mondiali, dopo il forfait di Luca De Aliprandini. Pensavo che la mia esperienza in una gara secca avrebbe potuto essere una carta da giocare per i colori azzurri. Nulla di personale contro Simon, che anzi è un giovane promettente e che secondo me ha davanti un futuro roseo. Quando non ero stato convocato prima dei Mondiali avevo accettato serenamente perché ero conscio del fatto che la mia stagione era stata più ricca di ombre che di luci: anzi, avevo continuato ad allenarmi tutti i giorni a Livigno perché ho fiducia in me stesso e nei miei mezzi. Questa ulteriore esclusione, però, mi fa male perché mi fa pensare che non si creda in me e nelle mie possibilità. Ora penserò a finire la stagione nel migliore dei modi, anche se il mio morale è sinceramente molto basso. Se penso che per tre anni sono stato nei top ten, sicuramente una decisione del genere non è facile da digerire». Riteniamo che Roberto abbia già spiegato tutto: Maurberger ha 21 anni, lui 28; logico, a risultati più o meno pari, puntare sul più giovane. Possiamo comprendere la delusione sul piano umano, ma faccia un breve ripasso: due anni fa era a ridosso del podio (senza averlo mai centrato) e al Mondiale fu secondo dopo la prima manche; adesso, invece, arriva dopo la musca…. L’involuzione che ha avuto è purtroppo lì da vedere. Forse avrebbe fatto meglio a non commentare questa esclusione. Il Corriere della Sera